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Seconda fase della rivoluzione in Inghilterra: dalla proclamazione del commonwealth al protettorato di Cromwell 1649-53


Cromwell e il parlamento dichiararono decaduta la monarchia. Crearono un consiglio di stato che sostituiva il consiglio privato e abolirono la camera dei lord. Nel 1649 fu proclamata la repubblica unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda (commonwealth). Permanevano le divisioni interne ai rappresentanti della repubblica sulle questioni del suffragio. Non erano nemmeno svaniti i rischi di un ritorno del re: il figlio di Carlo I dai paesi bassi aveva assunto il titolo di Carlo II ed era stato riconosciuto da Scozia e Irlanda. Cromwell perseguì una precisa strategia: salvaguardia del diritto di proprietà, libertà religiosa e indipendenza della chiesa dallo stato, stabilità sociale ed eliminazione di tutte le posizione estremiste. In politica estera si perseguiva l’unificazione del paese attraverso la soluzione militare del problema irlandese e scozzese. I costi di questa strategia furono alti: i capi dei livellatori furono arrestati, gli ammutinamenti dell’esercito furono repressi. Per la riconquista della Scozia e dell’Irlanda furono adottate due linee diverse: alla prima furono garantite condizioni di maggiore tolleranza mentre con la seconda Cromwell ebbe la mano pesante. Lo strumento più importante per la politica espansionistica inglese fu l’”atto di navigazione” (1651) tendente a riservare all’Inghilterra il monopolio del commercio nordamericano. Era un atto di guerra contro l’Olanda e le sue navi, che gestivano gli scambi fra Inghilterra e America del nord. Le guerre navali olandesi furono 3, tra il 1652 e il 1674. Cromwell riuscì anche a strappare alla Spagna la Jamaica. Nel 1653 Cromwell scioglieva il lungo parlamento e insediava una nuova assemblea, eletta dai capi dell’esercito che durò solo pochi mesi. Una carta costituzionale lo nominò Lord protettore del commonwealth
3. Dittatura militare (1653-58). Cromwell sceglieva i nuovi membri del consiglio di stato tra gli ufficiali dell’esercito. Iniziava una vera dittatura militare. Il territorio diviso in 11 province era sottoposto a governatori militari. L’esercito era ora costituito da militari di carriera fedelissimi a Cromwell. Intorno a esso si costituiva un blocco d’ordine, tendente a non spingere oltre le conquiste della rivoluzione e a consolidare gli interessi della gentry e dei piccoli proprietari terrieri. E in questo blocco d’ordine cominciarono a rientrare anche ecclesiastici e aristocratici. A dialettica politica si svolgeva ora tra i moderati dell’esercito che difendevano la carta costituzionale del 53 e i realisti che si battevano per un ritorno alla monarchia. La politica economica suscitava tensioni: erano state nuove imposizioni fiscali ed era stata istituita l’imposta fondiaria. Anche la politica estera antispagnola non incontrava il favore del ceto mercantile, in parte interessato ai rapporti commerciali con gli Asburgo. Alla sua morte nel 1658 Cromwell lasciava l’Inghilterra in una condizione di contrasti.
4. Dalla morte di Cromwell alla restaurazione di Carlo II (1658-60). Il figlio di Cromwell, Richard, subentrato nella carica di lord protettore, non garantiva più la sicurezza dei ceti abbienti. Nelle file dell’esercito riprendeva il diffondersi del movimento radicale. Era necessaria la rstaurazione di un ordine politico più solido. Nel 1660, un esercito al comando di Geoge Monk marciava su Londra e restituiva i poteri al parlamento. Aveva un largo sostegno sociale. Carlo II rientrava così in Inghilterra, la monarchia era restaurata, insieme alla camera dei lord e la chiesa anglicana.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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