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Decreto legislativo 205/10 sui rifiuti

Riscrive la parte sui rifiuti del 152/06.
Indica la gerarchia:
a) Prevenzione→ ridurre la quantità e la pericolosità di alcuni rifiuti
b) Preparazione per il riutilizzo→ è il riciclaggio.
c) riciclaggio→ portare al riciclaggio effettivo.
d) Recupero di altro tipo→ può essere il recupero di energia o il compostaggio.
e) Smaltimento→ rientra sia la discarica, ma anche il trattamento termico che non reggiunge determinati valori di recupero energetico (per gli R.S.U. è del 65%).

È possibile invertire questa opzioni laddove la valutazione sia assistita dal ciclo di vita dell’attività in gestione. Questa classificazione la devo riportare all’interno di una pianificazione.
Se l’onere ambientale di gestione per il riutilizzo è 30, mentre per il recupero è 20, posso invertire la gerarchia; quindi posso invertire solo se ho un vantaggio ambientale.

Nel 152/06 sono distinte 3 grandi categorie di prevenzione:
Quelle che possono incidere sulle condizioni generali relative alla produzione dei rifiuti→ a tutte le commissioni che fanno VAS viene fornita una griglia di indicatori che riguardano la produzione di rifiuti;
Quelle che possono incidere sulla fase di progettazione;

I parametri per valutare la prevenzione possono essere, per esempio, la riduzione delle emissioni di CO2 nella fase di produzione.

Gli strumenti: le politiche dicono che bisogna guardare tutto il ciclo di produzione. Gli strumenti possono essere:
legali→ strumenti normativi, per esempio in Germania dal 2009 non si può più gettare in discarica il rifiuto tal quale;
economici→ incentivi o disincentivi come l’ecotassa, che bisogna pagare per portare il rifiuto in discarica piuttosto che trattarlo diversamente;
sensibilizzazione→ campagne informative destinate al produttore o al consumatore;
tecnologici→ nella progettazione di nuovi impianti.

Sottoprodotto (non è un rifiuto):
a) è originato da un processo non direttamente destinato alla sua produzione;
b) deve essere sicuro e deve essere provato che verrà riutilizzato;
c) può essere utilizzato direttamente senza alcun trattamento aggiuntivo;
d) deve essere legale e avere un valore economico di mercato.

Quindi il primo elemento è fare i programmi di prevenzione:
prevenzione→ Programmi di prevenzione per rispettare gli obiettivi entro il 2013;
riciclo→ entro il 2020 riduzione del 50% in peso di carta, plastica, metallo e vetro; riduzione del 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione;
recupero→ non viene definito nessun obiettivo perché saranno i Piani Regionali a farlo;
il trattamento della frazione biodegradabile dovrà raggiungere il 100%.
Per avere il 50% del riciclo, la raccolta differenziata deve essere almeno del 65%.

Se vogliamo riciclare ci deve essere una norma che mi dice quando un rifiuto cessa di essere tale:
la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato per usi specifici;
esiste un mercato o una domanda per la sostanza;
la sostanza soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici;
l’utilizzo della sostanza non porterà a impatti negativi complessivi sull’ambiente.

Questo è il nuovo impulso che vuole dare l’UE per avvicinarsi alla “società del riciclaggio”.

Fino ad ora la normativa sui rifiuti era riferita alla gestione e alla sicurezza.
Tutto quello che viene scartato è considerato rifiuto:
a) attrattività del rifiuto: se non mi dimostri che non è tale, è rifiuto; tutti i settori rientrano nei rifiuti tranne alcuni specifici.
b) Tracciabilità: io posso controllare tutti i punti in cui va quel rifiuto imponendo degli obblighi (responsabilità del produttore):
Registro carico e scarico;
Formulario di identificazione→ è il documento di viaggio per il trasporto del rifiuto, è composto da 4 copie separate che indicano diverse cose. Una copia è destinata al produttore, una al destinatario e due al trasportatore, che provvede a trasmetterne una al detentore;
Catasto dei rifiuti→ è gestito dallo stato, tutti i produttori di rifiuti devono fare il M.U.D., nel quale attestano la quantità di rifiuti prodotti.
Titolazione del rifiuto.

Tratto da LEGISLAZIONE ANTI-INQUINAMENTO di Marco Cavagnero
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