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Coloniale e postcoloniale nei Cultural Studies

La messa in crisi del canone è in rapporto con la polemica che degli intellettuali negli anni Novanta hanno sviluppato contro il colonialismo economico, politico e culturale dei bianchi.
La letteratura ha l'obbligo di ridare voce a coloro che non ne hanno avuta. La polemica anticolonialista è partita in particolare dai neri che, appoggiati da dei bianchi (tra cui Sartre), hanno dato vita dagli anni Trenta al dopoguerra al movimento culturale della negritudine (da negritude).

La fine della colonizzazione non ha coinciso con una restituzione perfetta dell'identità culturale delle genti colonizzate. L'imposizione di una lingua straniera e di un sistema educativo europeo aveva minacciato la sopravvivenza delle tradizioni locali e della letteratura, tramandata oralmente. Negli studi di comparatistica la produzione letteraria delle ex colonie è detta postcoloniale.

Una ricerca fondamentale è Orientalism di Said, docente universitario palestinese in America: Said mostra come l'occidente si sia creato un suo oriente, diverso dal reale, al solo fine di addomesticarlo in una certa immagine dell'alterità. Postcoloniale è  la condizione di molta letteratura d'oggi, perchè scritta in paesi colonizzati o nelle metropoli. Basti pensare a Garcia Marquez o a Kundera per notare che le loro opere sono ricche di contaminazioni, diaspore, patrie lontane e immaginate.

Tratto da LETTERATURA COMPARATA di Domenico Valenza
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