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Critica e reazione al Modernismo

Il Modernismo muta il concetto di rappresentazione: mentre il realismo ottocentesco crede nella esistenza di una realtà extrapersonale, descrivibile da un osservatore, il Modernismo contesta proprio l'assunto di un mondo oggettivo: la realtà va in frantumi. L'universo si mostra disordinato, l'arte lo organizza in un insieme che, pur imitando il disordine dell'esistenza e della percezione (una sorta di disperazione formale, concetto di Kermode) obbedisce a criteri di organizzazione.

Alla luce delle sue incoerenze, il Modernismo si distingue in due tipologie: un Modernismo arcaico ed elitario, che riduce l'arte a gioco ironico e compiaciuto, perfino gratuito (come pare al filosofo Ortega y Gasset), un Modernismo socialmente impegnato, finalizzato alla formazione di una nuova coscienza. Questa seconda tipologia ha pretese rivoluzionarie (si pensi al surrealismo).

Il Modernismo non si esplica in uno stile particolare, ma in una continua disposizione alla sorpresa e alla novità. Così possono definirsi modernisti autori che appartengono a tradizioni diverse: Valery, Garcia Lorca, Joyce, Pirandello. La vera sostanza del Modernismo letterario è infine l'irriducibile autonomia dell'opera singola, la fede nell'assoluta irripetibilità dell'esperienza estetica. E' questa la sola idea di eternità che la concezione storica del realismo ormai permette.

Tratto da LETTERATURA COMPARATA di Domenico Valenza
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