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Arte e pubblicità nell'ottocento


Un’altra rivoluzione nel mondo dei consumi è rappresentata dal self-service: il consumatore è libero di muoversi fra le merci, di provarle, di fantasticare gli acquisti; e ancora una volta è stata la libreria ad anticipare i luoghi moderni del consumo, permettendo al cliente di entrare, sfogliare i libri e di ridurre l’interazione con il venditore.
Nell’ottocento non c’era ancora questa distinzione fra letteratura e pubblicità: la maggior parte dei romanzi, infatti, usciva prima in rivista, sul cosiddetto feuilleton, fondo di pagina del quotidiano; si ha vantaggio reciproco dalla contaminazione.
Alcuni esempi ci mostrano come, nei primi tempi, la pubblicità abbia fatto molto ricorso alla letteratura: per la pubblicità per il lucido da scarpe Warren si utilizza una filastrocca. I primi testi pubblicitari, oltre a voler imporre il nome del prodotto, cercano di soddisfare la domanda di intrattenimento tipica della letteratura coeva. Le rime spiritose caratterizzano la pubblicità di fine Ottocento e oltre; la pubblicità acquista inoltre carattere seriale. Queste due caratteristiche si possono notare nella campagna per il sapone Sapolio: nella linda cittadina di Spotless Town veniva introdotta ogni mese una vignetta con un cittadino che, con un testo in versi, ricordava la pulizia della città e la marca. La campagna ebbe una straordinaria notorietà, e si affermò come tormentone.

Tratto da LETTERATURA E PUBBLICITÀ di Mario Turco
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