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Arte e pubblicità. Opinioni di Chesterton e Depero



Nella controversia secolare tra pubblicità ed arte è prevalsa quest’idea provocatoria o scandalizzata dell’accostamento. Partiamo dalla reazione dello scrittore Chesterton a uno dei primi episodi di collaborazione fra artisti e pubblicitari: nel 1888 un quadro di Millais, intitolato Bubbles, comparve in un annuncio del sapone Pears. Nell’articolo Utopia degli usurai lo scrittore pensa che questo sia il primo segno del trionfo capitalista, facendo cadere la linea di demarcazione fra pubblicità ed arte. In questo dibattito i futuristi italiani hanno avuto un ruolo importante {inserire descrizione futurismo}: propugnavano il rinnovamento delle arti esaltando la modernolatria, idolatria della modernità; la pubblicità in questo contesto ha un posto d’onore, celebrata dai futuristi. Fortunato Depero, futurista, esalta la pubblicità come “arte fatalmente moderna”. Un atteggiamento importante tra le diverse posizioni è rappresentato dagli intellettuali che invocavano una crescita estetica della pubblicità: l’intellettuale e l’artista dovevano impegnarsi attivamente nella cultura di massa, e quindi anche nella pubblicità, per migliorarla secondo i dettami della moderna ricerca artistica.
Il poeta russo Vladimir Majakovskij scrive “la pubblicità, come la guerra per Marinetti, è l’igiene del mondo”. L’obiettivo è una vera e propria educazione estetica del pubblico.

Tratto da LETTERATURA E PUBBLICITÀ di Mario Turco
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