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Le menzogne della notte e Tommaso il fotografo cieco - Bufalino -

Le menzogne della notte e Tommaso il fotografo cieco - Bufalino -


E malattia e racconto tornano anche all'interno de Le menzogne della notte. Il romanzo ha la classica struttura delle narrazioni "a cornice" (come il Decameron o le Mille e una notte, per limitarci ai più noti), perché i quattro condannati a morte trascorrono la notte prima dell'esecuzione raccontando una storia ciascuno. Non raccontano però storie d'invenzione (almeno apparentemente), ma episodi significativi della loro vita. Tuttavia, la finzione s'insinua mano a mano nelle loro parole: l'ultimo personaggio a parlare, il Poeta, riconoscerà esplicitamente di aver mentito e - nella conclusione - il governatore smaschererà anche gli altri. La messa in discussione del confine tra verità e invenzione letteraria non è fine a se stessa: la posta in gioco è nientemeno che la vita dei personaggi. Anche in questo romanzo il tema della malattia è forte, sia fisicamente sia emotivamente; la metafora del male è incarnata da un topo, che torna anche a disturbare i sogni di Tommaso Mulè, e dalla cecità, che accomuna ancora questi due romanzi: la cecità del Governatore e quella dell'amico fotografo di Tommaso.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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