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Il ruolo della tematologia


Lo studio dei temi letterari nasce all'interno della cultura positivistica, interessata com'era alle occasioni esterne ai testi, a questioni di ordine sovrapersonale, come le fonti o le leggende. Il successivo predominio di estetiche antipositivistiche, come quella crociana, il formalismo, il New Criticism, hanno ridotto la tematologia (termine inventato da Harry Levin) per molto tempo a ruolo subalterno perchè per queste estetiche il tema non ha dignità o esistenza prima della sua
formulazione o espressione linguistica.
A partire dagli anni Sessanta la tematologia ha avuto nuovo sviluppo, grazie a studiosi come Trousson, Frenzel e Levin. Remo Ceserani è un attivo sostenitore della tematologia.
Per iniziare il nostro discorso partiamo da quanto dice Mario Praz: chiamiamo formali gli studi che spaziano entro i rapporti fra testi e codici: spazio tutto letterario fuori dal quale, a costanti metriche o retoriche o di tecnica del racconto, non corrisponde niente. Gli studi tematici sono (o dovrebbero essere) gravati, in più, dalle tante complicazioni dei rapporti che i testi come i codici intrattengono coi referenti della realtà extraletteraria. Rapporti testualmente tangibili soprattutto nelle costanti da cui siamo partiti: personaggio, passioni, eventi, immagini.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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