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L’importanza dell'illuminazione nella scena teatrale

La luce è una parte importante degli spettacoli teatrali, già molto prima delle innovazioni tecniche portate dal gas e poi dall’elettricità. Il primo scopo della luce è quello di far vedere. Non sempre infatti la luce è rivestita di compiti significatori. L’uso quindi più consueto della luce è quello “open air”, o quello a luci fisse e della ribalta, che non apporta significati particolari, incamerati dall’azione, dalla pittura scenografica, dalla parola e dagli accessori.
Nella cultura realistica occidentale, la luce non serve solo ad illuminare, ma anche a rappresentare le medesime condizioni di luce in cui si ritiene che l’azione si svolga. Rappresentare, non riprodurre. Riprodurre significherebbe regolare non solo l’intensità della luce ma anche lo spettro dei colori, quest’ultimi di solito utilizzati per sottolineature psicologiche.
Oltre ai valori morali o drammatici che abbiamo descritto, la luce può rappresentare anche ambienti e oggetti concreti, e può farlo in due modi:
- Direttamente e concretamente: delimitando le aree all’interno delle quali l’attore si muove. Uno spazio illuminato può rappresentare una stanza, la parte buia ciò che sta oltre le pareti; uno spazio illuminato con luci di diverso colore può indicare diverse stanze o degli interni e degli esterni.
- Indirettamente: in modo da far comprendere il genere di ambiente in cui ci si trova, senza che la luce lo rappresenti concretamente. Un unico raggio di luce che scende dall’alto, ad esempio, può dare l’illusione di trovarsi dentro una prigione. Si può anche usare per rappresentare oggetti e personaggi. In Beckett la luce è personaggio, e per Neruda il protagonista di Fulgor y muerte di Joaquìn Murieta deve essere rappresentato da un raggio di luce e da una voce.
Altra funzione della luce è quella che possiamo definire grammaticale e sintattica. Il buio all’improvviso, o in dissolvenza, può significare la fine di tutto o di una parte dello spettacolo; un rapido cambiamento di luce (nel colore, nell’intensità, nella posizione) può significare cambiamento di tempo e di luogo.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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