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La rivoluzione culturale del modernismo



Con modernismo si intende la rivoluzione culturale, artistica e letteraria che ha segnato il primo trentennio del ventesimo secolo. Il modernismo rivela una autocoscienza critica, una capacità di progettualità ed esecuzione, pari solo a quella del Rinascimento. Manifesti e riviste, dichiarazione di intenti e raccolta di proposte dunque, sono tra le forme più praticate dal Modernismo.
Il modernismo include qualunque movimento che abbia inteso riformare gli statuti, gli stili e le forme della produzione artistica e letteraria. È l'antitradizione per eccellenza. L'avanguardia è una creatura del modernismo: dada, surrealismi, futurismo, cubismo, imagismo. Le novità del modernismo sono soprattutto di ordine gnoseologico ed estetico, ancor prima che di ordine linguistico ed espressivo, questo grazie alla psicologia, alla neurologia e alle scienze biologiche, che hanno stravolto definitivamente la concezione della personalità dell'individuo, che non è data a priori ma risulta da una summa di stimoli e pulsioni interagenti, riconfigurate man mano a seconda dell'esperienza, delle memorie eccetera. Il modernismo finalmente colloca la spiegazione della mentalità di ciascuno non nel passato ma nel presente e all'interpretazione del presente dedicano tutte le loro energie.
Cambia anche la percezione del tempo e dello spazio: la progressiva evoluzione della tecnologia accelera i processi sensoriali e stravolge i riferimenti comuni. L'interiorità sembra un paesaggio percorso da oggetti in movimento e scandagliato da sonde. La simultaneità è la dimensione cronologica per eccellenza. La sinestesia quella sensoriale.
Tutte le principali lingue d'Europa veicolano il modernismo: Eliot e Pound in americano, Woolf in inglese, Joyce e Yeats in irlandese, Proust in francese, Svevo in italiano, Musil e Kafka in tedesco. Molti interpreti del modernismo provengono da zone marginali: Svevo, Kafka, Ibsen, Kraus, Freud, Wittgenstein.
Il modernismo ha una cultura tipicamente cittadina e internazionale. I suoi rappresentanti sono cosmopoliti e viaggiano tanto; si incontrano spesso al di fuori delle rispettive patrie. La Parigi degli anni Venti fu una vera fucina di intellettuali.

Tratto da LETTERATURE COMPARATE di Gherardo Fabretti
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