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Le questioni di rito


La previsione di due procedimenti a cognizione piena ed esauriente, entrambi di competenza del giudice ordinario, pone necessariamente un grosso problema di ordine pratico: la necessità di dettare una disciplina:
- per le ipotesi in cui sia stata promossa con le forme ordinarie una causa relativa ad uno dei rapporti assoggettati al rito speciale del lavoro;
- per le ipotesi in cui sia stata promossa nelle forme del rito speciale una causa che invece andava promossa nelle forme ordinarie poiché estranea ai rapporti indicati negli artt. 409 e 442 c.p.c.;
Questo problema è indicato come mutamento di rito.
Il problema del mutamento di rito, oggi risulta radicalmente ridimensionato:
- dalla l. 353/90 che ha ravvicinato di molto la disciplina del rito ordinario a quella del rito del lavoro;
- dal d.lgs. 51/98 che, unificando pretura e tribunale, ha introdotto il giudice unico togato di primo grado.


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