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La nascita del greco moderno

La nascita del greco moderno



La stessa opposizione tra latino e lingue volgari, uscite dal latino, si manifesta in Oriente nel contrasto tra greco scritto e greco parlato, fra greco bizantino e greco moderno. Ma il popolo non intendeva le lingue romanze. Prolungarne l’uso significava precludere a tutto il popolo l’accesso alla cultura nazionale, significava isolare sempre di più nella loro torre d’avorio i dotti, che parlavano far loro in una lingua intesa da loro soltanto.
Come capitale del rinato stato greco, Atene torna ad essere il centro politico e culturale della nazione. Vi sorge (1837) l’Università, la prima scuola superiore in terra attica da quando Giustiniano vi ebbe chiuso l’ultima scuola platonica (529), e una nuova Accademia è fondata, un secolo più tardi (1926), sul suolo stesso sul quale era sorta la prima di tutte le Accademie, quella di Platone. Nel volgere di un secolo quello che era un embrione di stato è andato completando la propria unità. Prima le isole Ionie (1864), poi Creta, la Tessaglia, la Macedonia, l’Epiro, Lesbo e Chio, la Tracia Orientale, e, infine, anche il Dodecaneso si sono raccolti attorno al nucleo primitivo. Solo la grande isola di Cipro è tuttora in disparte, politicamente disgiunta dalla madrepatria, alla quale è unita nella lingua e nella cultura.
Difficoltà ben maggiori doveva affrontare il volgare neogreco per soppiantare nell’uso letterario la lingua della tradizione bizantina, che, come lingua dell’impero e della Chiesa, della legge e della preghiera, aveva per sé il prestigio di lingua nazionale. Ogni tendenza innovatrice era condannata come plebea e volgare.
Contrassegno della nuova poesia, oltre alla lingua, ora interamente dialettale, ora semplicemente mista, in misura maggiore o minore, di elementi volgari, è anche il nuovo verso, il verso “politico” (una sorta di alessandrino, composta da dodici sillabe, non rimato) formato da un ottonario e da un settenario, divisi da una cesura. La rima, estranea in origine, vi sarà introdotta solo alla metà del XV secolo, per l’influsso, notevole specie a Cipro e a Creta, della poesia italiana.

Tratto da LINGUA E LETTERATURA NEO-GRECA di Gabriella Galbiati
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