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L'approccio HIP applicato allo studio dello sviluppo cognitivo: confronto con Piaget


Anni '70: l'approccio HIP entra nel campo della psicologia dello sviluppo. I neopiagetiani utilizzano  l'approccio dell'analisi del compito per analizzare le capacità di ragionamento in alcuni compito (es: travaso di liquido o inclusione in classi), con l'obiettivo di identificare i processi mentali usati dal bambino per risolvere il compito. I neopiagetiani vogliono dimostrare che il superamento di un compito implica una serie di abilità, che non possono essere parte della capacità di ragionamento che il compito vuole accertare.
Influenza transitiva: secondo Piaget, fa parte della struttura logica dello stadio operatorio concreto, caratterizzata da reversibilità. Il fatto che il bambino riesca ad inferire che A<C, da A<B e B<C, deriva dal fatto che la struttura cognitiva sottostante ha acquisito la logica della reversibilità (capire che A<B fa percepire B come termine medio tra A e C).
Secondo l'approccio HIP, nell'esecuzione di un compito simile, sono coinvolte molteplici abilità di tipo attentivo, mnestico e logico. La memoria, secondo Bryany e Trabasso, gioca un ruolo fondamentale nelle prestazioni cognitive e limiti di memoria possono rendere più difficile l'utilizzo di alcune abilità logiche, anche se presenti in un bambino.
Siegler e il problema della bilancia a due bracci, usato da Piaget e Inhelder: Siegler ipotizza che le prestazioni dei bambini di età diverse potesse essere predetta sulla base di quattro regole:
1. n° di pesi per ogni braccio (5 anni)
2. se il n° dei pesi è uguale nei due bracci, allora si usa la distanza dal fulcro (9 anni)
3. n° di pesi e distanza, ma non se le due info sono opposte (dai 9 anni)
4. prodotto “n° di pesi x distanza” (dai 9 anni)
Siegler dimostra che le risposte fornite dai bambini di diverse età sono in linea con il pattern di risposte previste dal modello, in funzione dell'adozione di ognuna delle quattro regole. I bambini che usano la regola 3, hanno prestazioni più scadenti di bambini che utilizzano le regole 1 e 2, in compito in cui le dimensioni rilevanti (pesi e distanze) sono tra loro in conflitto.
L'approccio dell'elaborazione dell'informazione:
ha fornito nuovi strumenti teorici e metodologici agli studiosi piagetiani per indagare alcuni aspetti dello sviluppo, originariamente individuati da Piaget.
ha fornito la base teorica ai ricercatori interessati allo sviluppo di aree del funzionamento cognitivo, che non avevano ricevuto attenzione nelle teorie piagetiane, come la percezione, la memoria o i processi di controllo.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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