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Lo studio delle competenze percettive e cognitive nella prima infanzia


Spostamento dal "cosa" il bimbo fa (azione – Piaget) al "come programma" quello che fa (comportamento motorio come unità di analisi del funzionamento cognitivo).
Con l'approccio dell'elaborazione dell'informazione, l'obiettivo diventa indagare i processi di base che costituiscono il substrato di ogni possibile azione (organizzazione del sistema cognitivo).
Vengono rivalutate le competenze percettive del bambino, prima sottovalutate: l'attività percettiva ha un ruolo più rilevante dell'azione, dal punto di vista cognitivo, nelle prime fasi dello sviluppo.
I paradigmi sperimentali utilizzati per lo studio della prima infanzia
Le tecniche di ricerca, negli ultimi anni, sono migliorate e hanno permesso la scoperta delle precoci capacità attentive, percettive e cognitive.
I bambini sono soggetti sperimentali difficili per tre ragioni:
variabilità degli stati neurocomportamentali (sonno/veglia-pianto);
ridotto repertorio comportamentale;
inutilizzo di istruzioni verbali (si possono registrare solo risposte spontanee).
Per aggirare questi limiti, i ricercatori dell'approccio dell'elaborazione dell'informazione hanno ideato due paradigmi sperimentali, basati su compiti interessanti per il bambino, ma controllabili,, e sullo sfruttamento della fissazione visiva, la cui direzione e durata sono le variabili dipendenti, che vengono rilevate durante la ricerca:
Paradigma della preferenza visiva: si fonda sull'assunto, secondo il quale se il bambino fissa per più tempo uno stimolo rispetto all'altro, egli ha codificato l'info contenuta in entrambi gli stimoli, li ha discriminati e ne ha preferito spontaneamente uno (preferenze di origine biologica o acquisite). Neonati di 3 giorni di vita manifestano preferenza per gli stimoli che raffigurano il volto umano (predisposizione attentiva innata) e preferenza per il volto della madre (processo di apprendimento percettivo rapido, che ha avuto luogo grazie all'intensiva esperienza che il bambino ha avuto con il volto materno nei primi giorni di vita).
presentazione simultanea di due stimoli, uno a dx e uno a sx di un punto centrale di fissazione;
registrazione della direzione dello sguardo del bambino (n° orientamenti visivi) e del tempo per il quale egli fissa ciascuno stimolo (durata di fissazione sugli stimoli: mantenimento dell'attenzione).
Limiti: produce risultati interpretabili solo se positivi (si può interpretare la preferenza, ma è difficile capire se è avvenuta la discriminazione degli stimoli).
Paradigma dell'abituazione o della familiarizzazione visiva: si fonda sullo sfruttamento della spontanea tendenza del bambino a preferire la novità. Si è creata la curva di abituazione teorica, che descrive le variazioni dei tempi di fissazione visiva nelle diverse fasi del paradigma.
Il paradigma si fonda sul modello comparativo di Sokolov, secondo il quale il decremento nei tempi di fissazione è la conseguenza della costruzione da parte del bambino di una rappresentazione mentale dello stimolo ripetutamente presentato, che viene continuamente arricchita fino a divenire sovrapponibile allo stimolo stesso. L'ampiezza della risposta attentiva decresce progressivamente in funzione del crescente grado di somiglianza tra la rappresentazione e lo stimolo esterno.
Viene utilizzato per studiare le competenze percettive nella modalità visiva (memoria di riconoscimento, capacità di discriminazione visiva), tattile e uditiva.
fase di abituazione: presentazione ripetuta di uno stesso stimolo;
fase test: lo stimolo con caratteristiche familiari viene presentato al bambino insieme ad uno stimolo nuovo;
misurazione del decremento nella durata del tempo di fissazione visiva;
Entrambi i paradigmi hanno consentito di individuare i limiti nei processi sensoriali, percettivi e attentivi che condizionano l'elaborazione dell'informazione nei primi mesi di vita, e di individuare molte sorprendenti capacità alla base dello sviluppo cognitivo successivo.
Il bambino di pochi mesi di vita viene considerato come un organismo dotato fin dalla nascita di sistemi sensoriali funzionanti e di una sofisticata competenza percettiva.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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