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Sesso, donna e melodramma nel cinema di Visconti



Al di là delle apparenze, la donna ha in questa filmografia della sconfitta un ruolo quasi costante. In opere come Ossessione, Bellissima, Le notti bianche, Vaghe stelle dell’Orsa, Le streghe, la donna è addirittura la vera protagonista e tutto ruota attorno a un personaggio femminile che governa quasi interamente la vicenda, la piega a sé, ne condiziona il divenire e usa i personaggi maschili come proprie funzioni narrative. Ma, anche dove i protagonisti sono maschili, i personaggi femminili hanno una loro precisa funzione scatenante.
IL SESSO
È uno dei grandi motori del cinema viscontiano. Il regista costituisce elaborate e tormentate radiografie del desiderio che trasforma in ratio, sovente quasi assoluta, del dramma. È un sesso passionale, irregolare, talora proibito, mai vissuto come norma. Non lo è neppure nel più casto dei film viscontiani, La terra trema, dove Mara lo sacrifica per l’ideologia della povertà e Lucia lo dilapida per l’ideologia della ricchezza.
 IL MELODRAMMA
Senso è il primo film (anche quello dove emerge più evidente e programmato) l’atteggiamento viscontiano verso la propria materia, letta, narrativamente strutturata e stilisticamente rappresentata come una partitura operistica. Non sarà mai più così, non in questa misura ed evidenza, almeno. Ma dopo il Kammerspiel de Le notti bianche, il successivo Rocco ha anch’esso andamento, orchestrazione, struttura drammatica e costruzione della tensione in crescendo che richiamano la dimensione melodrammatica. Così sarà ancora nelle due opere di fine decennio La caduta degli dei e Morte a Venezia.

Tratto da LUCHINO VISCONTI di Marco Vincenzo Valerio
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