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Visconti tra teatro e cinema



Dopo Ossessione, Visconti sembra trascurare il cinema e si dedica con frenetica vitalità all’attività teatrale. Non che il regista non coltivasse progetti cinematografici (tra gli altri La Certosa di Parma da Stendhal, Furore da Steinbeck e Otello da Shakespeare). I progetti cinematografici si trovano a scontrarsi con un triplice ostacolo: la crisi cinematografica italiana alla fine della guerra, l’esplicita collocazione a sinistra di Visconti e l’aura di scandalo legata alla sua omosessualità che inizia ad aleggiare intorno alla figura del regista dopo la fine del conflitto mondiale.
Tra il gennaio 1945 e il febbraio 1947 Visconti compensa la scarsa produttività cinematografica con un’intensissima attività teatrale, realizzando in questo lasso di tempo ben dodici delle sue quarantacinque regia di prosa.
Tra i molti progetti firmati da Visconti in questo biennio si ricordano Parenti terribili di Cocteau, Quinta colonna di Hemingway, Il matrimonio di Figaro di Caron de Beaumarchais, Euridice di Anouilh e Zoo di vetro di Tennessee Williams.
Nella primavera del 1947 parte l’avventura de La terra trema, nato come un documentario destinato alla promozione elettorale del PCI in vista delle elezioni dell’anno dopo.
L’idea di partenza è quella di una docu-fiction articolata in un episodio del mare, un episodio della solfara e un episodio della terra che intersecati fra loro insieme a un più breve episodio della città descrivono, in montaggio alternato, diverse situazioni di lotta di classe. Con un’unica conclusione nettamente vittoriosa, quella dei lavoratori della terra, che occupano, nonostante i carabinieri e la mafia le terre incolte del feudo, e vincono grazie alla solidarietà dei lavoratori del mare, delle solfare e delle industrie, scesi tutti in sciopero.
Dopo i sopralluoghi durati diversi mesi, nell’estate del 1947 Visconti abbozza lo schema narrativo del documentario, suddiviso in tre macroepisodi: MAR (episodio del mare), ZOL (solfara), TER (terra) e CIT (città). Per l’episodio MAR, nella sua combinazione tra realtà filmata e realtà romanzata, Visconti ha come punto di riferimento I Malavoglia di Verga, ma ben presto le ambizioni e la portata di questo episodio assumono dimensioni gigantesche e difficilmente gestibili come episodio all’interno di un progetto multi comprensivo. Nel giro di qualche mese Visconti abbandona l’idea del film documentario promozionale e trasforma La terra trema in una rilettura moderna de I Malavoglia.

Tratto da LUCHINO VISCONTI di Marco Vincenzo Valerio
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