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Tassi di cambio fissi e flessibili


Tassi di cambio fisso
L’impegno a mantenere un tasso di cambio fisso è un modo per sottoporre a una ferrea disciplina le autorità monetarie di un paese, e per prevenire eccessi nell’offerta di moneta.    Maggiore volatilità del reddito e dell’occupazione

Tassi di cambio flessibile
La politica monetaria è utilizzata anche per scopi diversi dalla determinazione e dal mantenimento di un tasso di cambio (come nel regime a tasso fisso). Altri scopi: stabilizzazione dell’occupazione o dei prezzi.
L’incertezza del valore del cambio ostacola il commercio internazionale (volatilità)

Infine l’alternativa tra tassi di cambio fissi e flessibili non è così netta:
- in regime di tassi di cambio fissi un paese può modificare il valore della propria moneta nel caso in cui il mantenimento del rapporto di cambio prefissato fosse gravemente pregiudizievole per il raggiungimento di altri obiettivi
- In regime di tassi di cambio flessibile i paesi spesso individuano obiettivi formali o informali per il tasso di cambio come vincolo all’espansione o alla concentrazione dell’offerta di moneta.
Nella realtà difficilmente osserviamo regimi di tassi di cambio completamente fissi o completamente flessibili e, in ogni caso, la stabilità del cambio è sempre uno degli obiettivi prioritari della BC.

Attacchi speculativi, “currency board” e dollarizzazione
Attacco speculativo: cambiamento delle prospettive degli investitori che rende insostenibile il tasso di cambio prefissato
Currency board: meccanismo attraverso il quale la BC è costretta a detenere valuta straniera a sufficienza per coprire le emissioni della propria moneta (come quello adottato in Argentina nel ’90)
Dollarizzazione: fenomeno che accade naturalmente nei paesi a elevata inflazione, in cui la valuta straniera sostituisce di fatto la moneta locale, essendo un deposito di valore più affidabile; ma anche una scelta politica (es Panama). Se un paese desidera che il cambio della propria moneta sia irrevocabilmente fissato al dollaro, il metodo migliore è adottare il dollaro come moneta nazionale. L’unica perdita derivante dalla dollarizzazione, se bene modesta, è il signoraggio, che sarebbe goduto dal governo degli U.S.A.

La politica monetaria e la politica fiscale influenzano il reddito e il tasso di cambio e che il comportamento dell’economia dipende dal fatto che il tasso di cambio sia fisso o flessibile.
Una grande economia aperta combina il comportamento di una economia chiusa a quello di un’economia aperta.. per vedere come si possono combinare, consideriamo in che modo una contrazione monetaria influenza un’economia nel breve periodo: in un’economia chiusa fa aumentare il tasso di interesse, abbassandola spesa per investimenti e di conseguenza il reddito aggregato; in una piccola economia aperta, con tassi di cambio fluttuanti, fa aumentare i tassi di cambio abbassando le esportazioni nette e di conseguenza il reddito aggregato, con il tasso di interesse che resta inalterato essendo determinato dai mercati finanziari mondiali.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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