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Il fenomeno dell’Industria della Dieta


Detto anche Diet Industry, questo fenomeno promuove trattamenti dimagranti fraudolenti e dannosi mediante strategie commerciali che mirano alla perdita di peso senza sforzo, attività fisica, all’inganno dell’utente mediante foto o termini suggestivi, ad avvalorare studi che non sono basati su alcuna evidenza scientifica. I prodotti sono spesso sponsorizzati su riviste o in televisione e presentano un programma volutamente non chiaro. Queste diete, spesso iperproteiche e povere di carboidrati, possono esporre a seri rischi per la salute: perdita di massa magra, depressione, ulteriore aumento di peso, abbassamento eccessivo del metabolismo a riposo, calcolosi della colecisti, carenze vitaminiche ecc..I programmi professionali che propongono un trattamento dell’obesità a lungo termine con il fine di perdere e mantenere il 10% del peso corporeo non attraggono la maggior parte dei soggetti obesi che invece lo è dalle promesse fatte dalla Diet Industry. Estremamente popolari sono le diete a basso contenuto di carboidrati (e quindi iperproteiche e iperlipidiche) che però determinano un rapido decremento ponderale che è dovuto essenzialmente ad una perdita di acqua immaginata con le riserve di glicogeno e non di grasso; inoltre una volta esaurite le riserve di glicogeno epatico e muscolare il fegato comincia a produrre i corpi che tonici che vanno a nutrire il cervello al posto del glucosio, ma ciò può determinare insulino-resistenza (che svolge un ruolo centrale nel diabete, nell’ipertensione).
Ancora, la dieta “Zona” raccomanda il 40% di carboidrati e il 30% di proteine e di lipidi ma in realtà è una semplice dieta ipocalorica (1200 kcal per le donne e 1700 per gli uomini) ed è perciò che si determina la riduzione di peso; inoltre non è supportata da nessuna evidenza scientifica.

Tratto da EDUCAZIONE SANITARIA di Lucrezia Modesto
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