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Identificazione individuale nella medicina legale


Il processo identificativo tende in ogni caso all’attribuzione di identità individuale, che ne rappresenta la conclusione ideale.
Allo scopo si utilizzano vari metodi:
1. Esame fisico e segnalamento.
Un corretto approccio al problema dell’identificazione non può prescindere dall’esame fisico generale nel corso del quale dovranno rilevarsi in modo sistematico le caratteristiche somatiche della persona in esame.
Il centri di polizia criminale hanno elaborato forme di classificazione dei dati personali di riconoscimento costituenti nell’insieme il cosiddetto segnalamento, archiviati in appositi schedari.
Tra i vari tipi di segnalamento meritano menzione quello descrittivo e quello dattiloscopico:
a. segnalamento descrittivo, si basa sulla rilevazione dei connotati (particolare importanza assume l’eventuale presenza di contrassegni);
b. segnalamento dattiloscopico, costituisce un momento di particolare significato nell’ambito del procedimento di identificazione: si basa sulla distribuzione delle creste papillari delle palme delle dita e delle mani, le quali formano figure tipiche, la cui presenza e immutabilità, unite alla semplicità di rilevazione, classificazione e archiviazione, hanno fatto delle impronte digitali il metodo più diffuso di identificazione personale del vivente.
Il confronto fra impronte digitali si effettua esaminando attentamente la corrispondenza fra i cosiddetti punti caratteristici: questi ultimi possono essere naturali e non naturali (tra i primi le biforcazioni e le interruzioni di una linea, la presenza di isole, di linee spezzate, di deviazioni, uncini, ecc…; tra i secondi le cicatrici, gli spianamenti, i crateri, ecc…).
Si ritiene che quando si riveli identità del disegno papillare con la corrispondenza per almeno 16-17 punti caratteristici l’identificazione personale sia certa, poiché la probabilità di trovare casualmente un’impronta uguale per tale numero di peculiarità è pari a 1 su 17 miliardi e la stessa giurisprudenza ha dato pieno valore probatorio a quest’ultima indicazione.
2. Esame radiologico.
Un buon ausilio alle problematiche identificativi individuali proviene anche dall’indagini radiologiche.
Essi possono mettere in evidenza alterazioni scheletriche di origine malformativa, traumatica, patologica, e reperti comunque suscettibili di comparazione con documentazione radiografica precedente.
3. Tecniche di sovrapposizione di immagine.
L’applicazione riguarda essenzialmente finalità criminalistiche, sia nel vivente che nel cadavere.
Naturalmente il metodo presuppone che siano disponibili fotografie o immagini filmate.
4. Tecniche di riconoscimento vocale.
In relazione ad alcuni reati (segnatamente i sequestri di persona) uno dei pochi elementi a disposizione degli inquirenti può essere costituito dalla voce dell’autore o degli autori del delitto.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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