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Lesioni da energia termica: La gravità dell'ustione


Per definire empirica mente la percentuale della superficie corporea interessata da ustioni è utilizzata, soprattutto a fini clinici e diagnostici, una suddivisione della superficie corporea in multipli di 9: al capo e al collo viene attribuito un valore del 9%, il tronco è suddiviso in una parte anteriore ed in una posteriore ciascuna equivalente al 18%, l’area del perineo equivale all’1%, ogni arto inferiore vale il 18%, ciascun arto superiore il 9%.
Per valutare la gravità di un’ustione alla valutazione della superficie corporea interessata si deve considerare il grado di sviluppo dell’ustione: si parla, ad esempio, di ustione grave quando è interessato il 30% della superficie corporea da una ustione di secondo grado, ma se l’ustione è di terzo grado va considerata grave anche se interessa solo il 10% della superficie; se la superficie corporea raggiunge il 50% la prognosi è spesso infausta.
Per ustioni che interessano almeno il 15-20% della superficie corporea si determina una risposta sistematica generata dalle alterazioni anatomiche, biochimiche ed emodinamiche delle zone lese.
La sintomatologia iniziale è dominata dal dolore, segue la fase dello shock ipovolemico caratterizzata cianosi, sudorazione fredda, ipotermia, tachicardia, infine si realizzano condizioni favorevoli per la formazione di trombi.
Se il soggetto riesce a superare la fase dello shock, che dura di norma dalle 48 alle 72 ore, si può assistere ad un miglioramento delle condizioni generali, cui fa seguito però la fase della tossicosi.
Questa può protrarsi per 15-20 giorni e si caratterizza per la presenza di febbre associata a cefalea, nausea, gastrite, ulcere emorragiche che possono dare luogo a sanguinamento o perforazione con peritonite.
Il riassorbimento di sostanze tossiche dai tessuti ustionati può determinare inoltre gravi reazioni sistematiche di tipo anafilattoide o insufficienza renale.
La fase della sepsi sopraggiunge eventualmente tra la seconda e la terza settimana; si verifica alla caduta delle escare per comparsa di tessuto di granulazione, il quale va facilmente incontro ad infezione anche in relazione delle ridotte difese immunitarie del paziente.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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