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La proposta del Realismo Critico


Il realismo critico condivide con Popper e Kuhn l'opinione che non si può assolutamente accettare quella epistemologia che vede le proposizioni scientifiche fondate sui fatti; lo scienziato può essere sempre in errore, perché le teorie scientifiche sono costitutive del mondo conosciuto ma non del mondo reale; secondo il realismo critico sia il mondo che la scienza sono stratificati, costituiti da un complesso di strutture e di composti complessi; gli eventi sono il risultato del concorso di processi causali che hanno luogo nei sistemi aperti.

Il realismo critico ha poi evidenziato che l'uomo come oggetto di studio, è differente dagli oggetti di studio delle scienze naturali l'uomo agisce per osservanza di regole, siamo più complicati, non possiamo esser spiegati con un'affermazione contenuta in una semplice legge.

Le ricerche psicologiche tendono a risolvere sia problemi teorici (danno luogo alla "ricerca di base") che pratici (danno luogo alla "ricerca applicata").

- La ricerca di base, detta anche fondamentale o pura ha lo scopo di aumentare le conoscenze teoriche su un dato argomento, le quali in seguito possono dimostrarsi utili in molte applicazioni

- La ricerca applicata nasce invece da problemi concreti, che richiedono soluzioni pratiche

Sia nel primo che nel secondo caso il processo di ricerca è identico le fasi di questo processo sono:

1. IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA DI RICERCA

La ricerca scientifica non inizia dalle osservazioni, ma dai problemi = contraddizioni tra asserti o tra una teoria ed un fatto -> senza problema non si può fare nessuna ricerca, la difficoltà sta nel porre dei problemi rilevanti -> questi scaturiscono da qualsiasi fonte e in ogni momento le fonti dei problemi sono numerosissimi:

• Interessi personali del ricercatore -> interessi che lo stimolano nel lavoro di ricerca possono essere studi sull'emozione, memoria, creatività, spesso gli interessi dei ricercatori si sono focalizzati sullo studio intensivo dei casi singoli.

• Fatti paradossali e fortuna anche gli eventi paradossali possono suscitare motivi problematici per la ricerca psicologica -> pure il caso o la fortuna possono porre un problema rilevante, si parla allora di serendipità (scoprire cose che non si stavano cercando)

• Tentativi di risolvere problemi pratici, per es.: come aiutare un giovane a smettere di drogarsi? Qual è la tecnica più efficace per guarire i bambini autistici?

• Le teorie e risultati delle ricerche teorie e risultati di ricerche già eseguite possono far sorgere nuove problematiche: in maniera euristica, quando un teoria genera un enorme interesse; e in maniera sistematica, quando la teoria o le ricerche fanno affermazioni esplicite e direttamente verificabili

• Strumenti di identificazione dei problemi studiosi che ricavano problemi da comunicazioni fatte nei convegni, dalle discussioni con altri colleghi, le ricerche pubblicate nelle riviste di psicologia o, adesso, su internet sono la fonte maggiore di nuove idee

Domande di ricerca, ipotesi di ricerca, ipotesi statistiche -> le domande di ricerca focalizzano l'attenzione del ricercatore su alcuni aspetti e lo distolgono da altri

L'ipotesi di ricerca è un'ipotesi che il ricercatore intende verificare sulle relazioni esistenti tra le variabili l'ipotesi di ricerca deve essere operazionalizzata, verificabile empiricamente l'ipotesi di ricerca dà luogo a due ipotesi statistiche (Ho e H1) le due ipotesi si escludono a vicenda

2. FASE DELLA PIANIFICAZIONE DEL DISEGNO DI RICERCA

Scelte dell'oggetto da osservare, delle condizioni in cui condurre le osservazioni, degli strumenti di misura, dei metodi più appropriati per codificare i dati, dei test statistici per le analisi scelta dei soggetti da sottoporre alle prove

3. FASE DELLE OSSERVAZIONI O RACCOLTA DATI

Il ricercatore mette in atto le procedure stabilite precedentemente e raccoglie i dati che saranno oggetto di studio delle tappe successive

• Osservazioni empiriche costituiscono i fatti della ricerca

• Misurazione e scale di misura delle variabili

Secondo la teoria della misurazione di Stevens elaborata nel 1946 la misurazione è l'associazione tra una categoria e oggetti, eventi o individui in base a regole di corrispondenza

Realtà costituita da ciò che viene misurato, l'insieme delle categorie con caratteristiche che si applicano a quella realtà per eseguire la misurazione, e le regole di corrispondenza

Caso (Soggetto) = ciò a cui si applica la misurazione
 
Variabile = qualsiasi caratteristica (fisica o psichica) del soggetto che può assumere valori diversi in un dato intervallo e che varia da individuo a individuo
 
Ciascuna variabile è formata da un insieme di categorie che esprimono l'ambito di variazione della variabile stessa e che vengono detti livelli o modalità
 
Stevens distinse 4 categorie di variabili sulla base della scala utilizzata, cioè sulla base delle relazioni intercorrenti tra i livelli di variazione di una variabile:

• Nominale quando i livelli sono costruiti da categorie discrete che non possono essere ordinate in alcun modo

• Ordinale quando i livelli sono diversi ma ordinati in modo che uno venga prima dell'altro e non hanno valore numerico

• A intervalli equivalenti se i livelli della variabile possono essere anche numerati, cosicchè ciascun livello corrisponde ad un numero gli intervalli devono essere costanti lo "zero" non indica un'assenza reale di una caratteristica, ma un punto arbitrario nel continuum nell'intensità con cui tale caratteristica si può manifestare

• A rapporti equivalenti quando, oltre ad avere diversità, ordine ed equivalenza dell'intervallo, la variabile contiene uno zero che indica, nella scala, la vera assenza di quantità misurata.

Le prime due variabili sono dette qualitative, le altre due quantitative o metriche.

Ogni livello incorpora le proprietà di quello precedente

- Una misurazione con una scala qualitativa produce una classificazione e una possibile successiva frequenza

- Una variabile su scala quantitativa produce anche un punteggio, che esprime spesso l'intensità di un fenomeno

Criteri di suddivisione delle variabili:

• Livello di precisione nella misurazione: vengono distinte due variabili
continua
-> che può assumere i valori di tutti i numeri reali;
discreta -> che può assumere solo un numero finito di valori, solitamente non frazionari, all'interno del suo ambito di variazione o tra due dei sui punti qualunque

• Distinzione tra variabile dipendente e variabile indipendente (relative al ruolo che hanno all'interno dell'esperimento) e, all'interno delle indipendenti, c'è la distinzione tra manipolate e non manipolate:

Variabile indipendente -> stimoli o eventi che si sospetta causino variazioni su altri eventi
Variabile dipendente -> variazioni di determinati comportamenti che si suppone dipendano dalle modifiche delle variabili indipendenti
Variabile indipendente manipolata -> controllata e modificata dallo sperimentatore
Variabile indipendente non manipolata -> non è possibile controllarle a piacere, spesso esistono in natura

 Ricerche ad alta costrizione: alto controllo di tutte le variabili

 Ricerche correlazionali: non è possibile fare assunzioni sulla relazione causale tra le variabili

• Ruolo che possono avere nel confondere una relazione tra una variabile indipendente e una dipendente:
Counfonding che induce confusione, variabile confondente minaccia la validità interna: mette in discussione l'esistenza del nesso causale individuato
Counfonded che viene confusa minaccia la validità di costrutto: si mette in discussione la validità della spiegazione dell'esistenza dell'effetto

L'effetto di disturbo quindi può essere di due tipi:
   1. Variabile confondente non controllata che covaria con la variabile indipendente ma è estranea ad essa (var indip: appartenenza politica; var: età)
   2. Variabile confusa non controllata che covaria con la variabile indipendente ed è intrinsecamente associata ad essa o alla sua operazionalizzazione

• Errore che si compie durante la misurazione e che le dividono in variabili che inducono errori causali e variabili che inducono errori sistematici

• Possibilità di osservare direttamente la variabile (var manifesta) o il doverne ipotizzare l'esistenza per spiegare le var manifeste (var latente)

4. FASE DELL'ANALISI DEI DATI

Trasformazione dei dati empirici in dati numerici in ordine
Utilizzo di test statistici per prendere decisioni e verificare ipotesi

5. FASE DELL'INTERPRETAZIONE

Dopo aver analizzato statisticamente i dati, il compito del ricercatore è quello di interpretarli deve verificare se i risultati danno una risposta all'ipotesi di ricerca e se tale risposta contribuisce ad approfondire la conoscenza del problema

6. FASE DELLA COMUNICAZIONE

La divulgazione dei dati scientifici avviene attraverso 3 canali: comunicazioni orali nei convegni, articoli delle riviste scientifiche, e i libri

La ripetizione delle ricerche è importante perché costituisce un metodo di controllo

Una ricerca è caratterizzata da un filo conduttore che va dalle domande irrisolte alla loro soluzione (o tentativi) la pubblicazione di una ricerca su una rivista internazionale -> può avvenire tramite diverse fasi: i referees (arbitri) giudicano l'articolo accettazione con priorità, accettazione, accettazione condizionata a modifiche lievi, accettazione condizionata a correzioni sostanziali, rifiuto con proposta di rinviare un'eventuale nuova versione a referees diversi.

La struttura di una pubblicazione di ricerca in una rivista scientifica è formata da 7 parti:

1 – Titolo, autori, istituzione di appartenenza

2 – L'introduzione teorica (analisi della letteratura e problematiche che possono esser rilevanti) + dichiarare gli scopi + formulare ipotesi

3 – Il metodo (indicazioni per la replicazione + valutazione della validità delle conclusioni in rapporto al metodo usato) si utilizza il tempo passato:
   * Partecipanti: descrizione
   * Strumenti : materiali e tipo di stimoli
   * Disegno : spiegare la logica e indicare le VAR
   * Procedura : stadi eseguiti, luoghi e tempi, istruzioni
   * Analisi dei dati: trasformazione di variabili, elenco delle analisi statistiche condotte

4 – Risultati presentazioni di risultati significativi e le analisi statistiche impiegate tabelle o grafici riassuntivi (sempre descritti al passato)

5 – Discussioni e conclusioni non ci sono numeri, si riprende l'obiettivo e si interpretano i risultati in un'ottica più ampia facendo riferimento alla letteratura (si usa il presente), si citano i limiti e il contributo che noi abbiamo dato alle ricerche precedenti

6 – Bibliografia riportare solo quello citato utilizzare norme APA

7 – Abstract riassunto brevissimo con le parole chiave, che appare quando si cerca un argomento

Per una tesi di laurea è possibile fare un lavoro di ricerca, o semplicemente analizzare le ricerche precedenti, basta che il lavoro sia personale e non copiato


Tratto da METODOLOGIA DELLA RICERCA IN PSICOLOGIA di Giulia Coltelli
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