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Sintomi del morbo di Parkinson


I sintomi di esordio, prima ancora che si verifichi la malattia, sono sintomi aspecifici: il soggetto si affatica, ha difficoltà di movimento, può essere depresso (depressione larvata, sottostante, atipica), ha senso di lentezza nel movimento.

Sintomi:

- Rigidità muscolare
- Tremore: è un tremore che viene detto posturale, cioè quando il soggetto mantiene una determinata postura, e a riposo passa del tutto; è un tremore lento che interessa prevalentemente le estremità distali della mano (tremore del contar le monete), ma può essere più grossolano; inoltre il tremore può essere accentuato dall’emozione e dalla fatica.
- Acinesia e bradicinesia
o    rallentamento motorio, che in genere inizia da un solo lato (perché questi neuroni inizialmente si possono perdere solo da un lato), per poi diventare simmetrico e bilaterale;
o    l’espressione del viso è detta “figè”, fissa, amimica, proprio perché c’è una mancata mobilità dei muscoli del viso

Se dobbiamo fare un movimento vengono reclutate determinate sinergie motorie a livello della corteccia motoria, questa attraverso il fascio piramidale regola a livello midollare (a livello degli interneuroni) la cosiddetta innervazione reciproca per cui vengono attivati gli agonisti e inibiti gli antagonisti.
Nel momento in cui il talamo non attiva la corteccia premotoria, dove avviene la programmazione del movimento, l’area premotoria non attiva in maniera selettiva l’area motoria e quindi è come se si attivasse tutto contemporaneamente: infatti nella corteccia motoria del parkinsoniano c’è una ridotta inibizione e quindi la corteccia è + eccitata proprio perché viene meno il controllo selettivo dell’area premotoria.

Quindi nel parkinsoniano quando deve fare un movimento si attivano tutti i muscoli, sia agonisti che antagonisti (co-contrazione muscolare) rallentando così il movimento (esempio, se devo flettere il braccio e sono attivati pure gli estensori, il movimento viene rallentato appunto dagli estensori che in questo caso sono antagonisti), e lo stesso avviene per i muscoli mimici.

Quello che viene meno è lo start, l’inizio del movimento, infatti il soggetto ha difficoltà a partire, per cui se si deve alzare dalla sedia fa una serie di tentativi a vuoto e poi magari all’improvviso ci riesce; se è in piedi e deve cominciare a camminare fa una serie di passi sul posto proprio perché viene meno quello che è l’avvio del movimento volontario, poi la deambulazione è un movimento automatico.

Per cui la riabilitazione del Parkinson si basa proprio sul fare seguire degli stimoli esterni, proprio perché è un problema che consiste nella partenza endogena del movimento: il soggetto si muove meglio sulla base di stimoli esterni sonori, visivi, poiché tutto quanto può diventare automatico sulla base di uno stimolo esterno.

Oltre allo start, manca anche il segnale di stop, per cui nel momento in cui si avvia il movimento è difficile pure arrestarlo o cambiare direzione, o girare, tantè che nella deambulazione abbiamo l’ipercinesia paradossa; nella parola, invece, se inizialmente abbiamo bradilalia e ipofonia (con minore tono), successivamente abbiamo la tachilalia (le parole vengono pronunciate velocemente) e l’iperfonia.

Nel parkinsoniano quindi mancano il GO-ON e lo STOP.

Nel parkinsoniano l’acinesia e la bradicinesia interessano inoltre i muscoli laringei, faringei, per cui il soggetto avrà la parola bradilalica, strascicata, una parola meno comprensibile, e avrà anche problemi nella deglutizione (questo a lungo andare)

Quello che manca nel parkinsoniano sono le sincinesie  fisiologiche (movimenti automatici che accompagnano un atto volontario), cioè le alterazioni posturali: il parkinsoniano ha un atteggiamento in flessione che in una condizione più avanzata si chiama “captocormico”, cioè col tronco flesso sul bacino,gli arti sono flessi sul tronco, la testa flessa, le gambe flesse, quindi è tutto rannicchiato e quando riesce a camminare lo fa a piccoli passi in avanti e a mono-blocco.

Un altro segno è la micro-grafia, cioè i caratteri piccoli (comincia con i caratteri grandi, poi siccome accelera, diventa una linea retta).

Hanno difficoltà a fare i movimenti alternati (non riesce a lavarsi i denti, a girare il mestolo nella pasta).

Inoltre il soggetto quando fa un movimento lo fa a scatti e questo movimento si chiama troclea dentata, o ruota dentata, e ciò avviene anche nel movimento degli occhi.
Altri disturbi sono i disturbi vegetativi che consistono nella scialorrea (aumentata salivazione), aumentata sudorazione, aumentata secrezione sebacea.

I riflessi sono assolutamente normali o vivaci, non ha coinvolgimento di altri sistemi, di altri organi.

Da un punto di vista cognitivo il soggetto non presenta alcun disturbo all’inizio, poi in fase avanzata può avere qualche disturbo, può essere depresso (spesso perché è rallentata l’iniziativa motoria), ma cambia da soggetto a soggetto.

Altro segno non motorio può essere la dermatite seborroica.

Tratto da NEUROLOGIA di Irene Mottareale
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