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Dalla commedia italiana alla commedia all’italiana


Nella commedia italiana e nella società degli anni cinquanta, la socialità coincide con la visibilità, non c’è nessun privato la commedia cinematografica italiana nasce sul modello del campiello goldoniano, si plasma come un teatro in cui tutti guardano e vengono guardati.
S’inserisce spessissimo la figura dell’osservatore esterno. Le relazioni nascono prima di tutto dallo sguardo; la commedia ritrova un rapporto originale con la visività legittimando l’ipotesi di considerare la commedia degli anni cinquanta come commedia dello sguardo.
E’ da sottolinearsi anche una certa continuità tra la scena della commedia e quella della vita, i personaggi sono sostanzialmente fedeli all’italiano medio ai loro vizi e alle loro virtù senza grossi sconvolgimenti La commedia è anche in grado di registrare i cambiamenti progressivi della società e registrarli in maniera immediata. Diventa dunque una cartografia dei desideri collettivi e dei modi di consumo del corpus sociale. La commedia si fa carico di ciò di cui si farà carico più avanti la televisione, parla a tutti perché tutti capiscano. Opera in maniera didattica offrendo non solo la rappresentazione del mondo ma anche dei modelli per l’integrazione nello stesso.

Nella commedia degli anni cinquanta si riconoscono tre fondamentali dinamiche di squilibrio:
1. Il deplacement-->l’eroe della commedia viene bruscamente proiettato in un contesto diverso da quello abituale. L’incontro con nuovi codici linguistici, culturali e sociali produce spaesamento. La dislocazione può essere spaziale o temporale, reale o metaforica, geografica o situazionale,
2. L’accoppiamento dfferito-->L’intreccio della commedia è agitato da un moto che spinge i protagonisti a sperimentare relazioni sentimentali e sessuali in vista di un assestamento finale che trova quasi sempre la sia codificazione istituzionale nella figura del fidanzamento e del matrimonio. La commedia ha bisogno di squilibri che tendano ad equilibrarsi, quando la coppia è formata non ci sono più commedie.
3. L’omologazione degli opposti--> Si fonda sulla giustapposizione di due caratteri che rinviano ad antitetiche tipologie antropologiche e sociali. Il contrasto iniziale vede poi il progressivo avvicinamento dei personaggi per sfociare spesso in un’inversione di ruoli.
Così la commedia italiana tende a narrare l’integrazione dell’eroe nella società a cui lui per natura è idoneo. La commedia all’italiana si modula dunque su un registro stilistico medio che adegua i propri canoni e linguaggi ai mutamenti della società. Tende sempre e comunque alla formazione dell’ordina costituito, è un dispositivo d’integrazione che lavora in funzione dell’equilibrio e della stabilità.

Tratto da IL CINEMA ITALIANO TRA GLI ANNI '60 E '70 di Asia Marta Muci
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