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La virtà della distanza

La virtù della distanza


Apparentemente opposta alla dipendenza, la virtù della distanza ne completa in realtà i significati, poiché ad essa propone i limiti, distinzioni di spazi e tempi, che preservano e difendono l'identità e l'alterità. Virtù di relazione la distanza dunque, ma anche virtù di conoscenza e conoscenza di sé. La distanza contribuisce al formarsi della conoscenza etica, che si realizza nel momento in cui il conoscere salvaguarda l'essere dell'altro, gli va incontro in modo da essere in ritardo e, così, lascia il tempo alle differenze dell'altro di rivelarsi per quello che sono. Essere in ritardo significa prendere distanza nell'incontro con chi è differente, per osservare meglio con una diversa qualità di attenzione, ma anche da noi stessi, mettendo tra parentesi le categorie interpretative che ci sono abituali e che potrebbero indurre a giudizi non etici, perché non rispettosi dell'alterità.
Narrazioni della distanza
La distanza si propone come possibilità di una migliore comprensione dell'altro. La distanza si propone come virtù che consente di dare spazio all'alterità per comprenderla: l'esistenza dell'altro, la sua vita, le sue scelte e la sua diversità appaiono come le condizioni per capire e crescere in questa comprensione, poiché essa è il riconoscimento del diverso e della sua necessità alla nostra esistenza. La distanza allora diviene la virtù che ci aiuta a riconoscere i nostri limiti e confini, a non invadere lo spazio dell'altro: è la virtù che libera spazio.

Tratto da NUOVE VIRTÙ di Anna Bosetti
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