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Il nuovo Trattato dell'Unione Europea

La ratifica del TUE è stata problematica in quanto alcuni stati sono ricorsi a referendum (Danimarca, Irlanda, Francia). Il TUE ha registrato numerosi compromessi che lo rendono contraddittorio: a una serie di progressi riguardo l'attesa prospettiva federale è corrisposto un troppo accentuato ruolo del Consiglio europeo con decisioni intergovernative previste all'unanimità e troppe poche competenze attribuite alla codecisione del Parlamento Europeo. Un dibattito di lunga data mette in contrapposizione l'approfondimento e l'allargamento dell'UE, cioè sostiene che affinchè la comunità non si riduca ad una semplice zona di libero scambio bisogna prima rafforzare i vincoli istituzionali e solo in seguito procedere a nuovi allargamenti.
      Il TUE prevedeva una nuova Conferenza intergovernativa che avrebbe dovuto esaminare le disposizioni dl trattato per le quali è prevista una revisione, che si è tenuta a Torino nel 1996. Il tema fondamentale era fare passi in avanti in ordine alla PESC in vista degli ulteriori allargamenti,  eliminare il vincolo dell'unanimità nelle decisioni prese in sede di conferenza intergovernativa. La conferenza si concluse con il Consiglio europeo di Amsterdam del giungo 1997, che produsse un trattato molto criticato perchè influenzato da condizioni interne di stati come Germania, Francia e Gran Bretagna e dalle pressioni degli Stati Uniti contrari all'EURO. Sempre nel 1997, 11 Paesi sono stati ritenuti idonei a entrare nella prima ondata dell'Euro (no Grecia, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna). Per l'attuazione dell'UEM è stato previsto il patto di crescita e di stabilità. Il trattato di Amsterdam è entrato in vigore nel 1999, anche se Belgio, Francia e Italia hanno presentato una dichiarazione molto critica nei confronti del nuovo trattato.

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