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Età e stadi di sviluppo psicologico


La nostra società identifica l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta e la vecchiaia come fasi distinte e l’inizio della scuola, il passaggio dalla scuola al lavoro e quello dal lavoro alla pensione come transizioni significative da una fase all’altra della vita.
La nozione di compito evolutivo indica i compiti che caratterizzano determinati periodi della vita, che producono benessere emotivo e accettazione sociale e che contribuiscono al successo o al fallimento nelle attività successive.
Erikson rivisita la teoria dello sviluppo psicosessuale di Freud, in modo tale da rendere conto non solo delle vicissitudini delle pulsioni biologiche, ma anche dei bisogni e dei conflitti sociali che cambiano nel corso dello sviluppo. Erikson individua otto stadi psicosociali, ognuno dei quali caratterizzato da un compito di vita centrale, che riflette l’interazione di caratteristiche biologiche e influenze sociali. La personalità è modellata dal modo in cui l’individuo affronta i compiti propri di ogni stadio. Gli atteggiamenti duraturi che le persone hanno verso se stesse e la società sono determinati dagli sforzi prodotti per affrontare le varie prove e dalle reazioni della società a questi sforzi. Ogni stadio è associato a due atteggiamenti alternativi di base, che rispecchiano la soluzione positiva o negativa del problema affrontato.
Durante l’infanzia, le relazioni del bambino con le persone che si prendono cura di lui sono fondamentali per la crescita. Fiducia e sfiducia sono gli atteggiamenti durevoli che risultano dalle esperienze compiute in questo stadio: il bambino deve imparare ad avere fiducia in loro e a confidare che esse comunque torneranno anche quando devono allontanarsi.
Verso i due anni, il bambino che comincia a camminare deve anche imparare a padroneggiare la motricità, la comunicazione e, sempre di più, le emozioni e le azioni, come esige la società.
Autonomia e vergogna, derivate dalla perdita di autocontrollo, sono i due esiti opposti che possono risultare dalle esperienze di questo stadio.
Gli stadi successivi dell’infanzia riguardano prima iniziativa e colpa, derivate da obiettivi socialmente inappropriati, e quindi, industriosità e inferiorità, o senso di incompetenza.
Gli adolescenti e i giovani adulti devono affrontare le sfide associate alla definizione della propria identità, rispetto alla diffusione dell’identità e, quindi, all’esperienza dell’amore e dell’intimità, rispetto all’isolamento.

In età adulta, quando si costruisce una famiglia, si intraprende una carriera e si assumono doveri civici, ognuno dei quali comporta importanti prove di vita, la crisi psicosociale primaria concerne la generazione di figli, di prodotti e di idee. Generatività e stagnazione costituiscono in questo stadio i due esiti possibili.
Gli anziani devono cercare di mantenere l’integrità psicologica e di non cedere alla disperazione. L’integrità rappresenta il raggiungimento di una crescita completa della personalità al termine dello sviluppo.

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