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L’urbanizzazione nel Nord e nel Sud del mondo


Tradizionalmente, l'organizzazione è stata storicamente considerata come un fenomeno caratterizzante il Nord del mondo. Tuttavia, negli ultimi decenni la tendenza ha assunto una direzione differente: molte fra le maggiori città del pianeta per popolazione si trovano nel sud. Se nel 1950 la maggior parte delle grandi città erano localizzate nell'emisfero settentrionale, nel 2007 il panorama si è nettamente invertito, è solamente sei fra le maggiori 20 città sono individuabili in quest'area.
In pratica, un'alta percentuale della popolazione tende a concentrarsi in poche gigantesche città, spesso coincidenti con la capitale. Non solo, anche i flussi economici sono spesso caratterizzati da marcati fenomeni di concentrazione. Anche le megalopoli del sud rappresentano veri e propri elementi strutturali di reti globali si tratta di nodi di ampie reti economiche, spazi in cui si concentrano le maggiori possibilità di sviluppo, risorse materiali e non materiali, infrastrutture, nonché grammatici divari economici e sociali. tuttavia, da un punto di vista demografico, la gigantesca crescita urbana che caratterizza queste mega città è dovuta soprattutto all'attrazione di masse di diseredati dalle campagne: i maggiori centri urbani presentano infatti superiori possibilità di lavoro informale è maggiore concentrazione di servizi medici e sociali. La stessa vita quotidiana nel caso delle città del sud del mondo sembra comunque svilupparsi in spazi separati: l’èlite locale vive spesso in quartieri residenziali recintati con il filo spinato e sorvegliati a vista da polizia privata, in modo da escludere dalla propria vita, anche visivamente, l'esperienza della povertà.

COMPETIZIONE URBANA E DIALETTICA LOCALE-GLOBALE: il rapporto fra la scala urbana e la scala globale appare quindi inscindibile: il sistema mondiale è costituito da una vasta rete di località collegate fra loro da una moltitudine di scambi diretti e indiretti. La rete urbana mondiale, con i suoi flussi di merci, idee e informazioni, rappresenta l'essenza stessa della globalizzazione. Una simile interpretazione del sistema urbano-Le città come nodi di reti-può apparire relativamente semplice e intuitiva. Tradizionalmente più che interpretazioni relazionali del fenomeno urbano, la geografia e l'urbanistica hanno perlopiù considerato le città come entità dai confini certi e definiti. Una simile interpretazione rileva oggi evidenti limiti: non solo la diffusione urbana fa perdere i confini al corpo della città, ma anche le funzioni centrali, che un tempo ne caratterizzavano il cuore, si stanno ridistribuendo nello spazio come nodi di una rete, dove centro e periferia si mescolano e si sovrappongono. Ne emerge una nuova immagine della territorialità  e dalle esternalità urbana: le città assumono il ruolo di nodi delle reti internazionali e pertanto hanno elevate probabilità di attrarre flussi internazionali, per esempio in termini di investimenti o di turisti. È quindi evidente come una delle principali sfide della città nello scenario economico contemporaneo sia di natura essenzialmente connettiva: il successo economico dei territori non dipende più unicamente dalle risorse radicate localmente, ma anche e soprattutto dalle capacità di inserirsi fruttuosamente in particolari reti sovra locali.
Questo aspetto relazionale nei rapporti fra città apre la strada a un tema di notevole importanza per la geografia: quello dell'idea di una crescente competizione urbana (basti pensare all'idea di una “ minaccia cinese” , delle “sfide europee” o dell'idea della crescita dell'economia orientale “rubi” posti di lavoro).
Se, nel caso di un’impresa, “essere profittevoli” risulta come un obiettivo piuttosto vago, nel caso di un territorio la definizione del fine ultimo di una strategia di sviluppo è pressocché impossibile, proprio alla luce del contenuto necessariamente ideologico e politico di qualsiasi interpretazione. Così, per un ecologista la competitività può significare intraprendere un processo di crescita sostenibile, per un sindacalista può voler dire piena occupazione. L'unica via di uscita per restituire un senso logico all'idea di competitività e di assumere una accezione molto ampia: la competitività urbana intesa come la capacità della società e dell'economia locale di mantenere elevata la qualità della vita dei propri abitanti: secondo diversi autori la chiave dello sviluppo si riferirebbe alla capacità di intercettare e valorizzare i flussi finanziari, di idee, di conoscenze e di capitale umano.

Tratto da PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO di Alessandro Remigio
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