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Fattori che influenzano l’efficacia di un intervento disinfettante

1.    Tipo e concentrazione del germicida.
All’aumento della concentrazione del principio attivo corrisponde l’inattivazione di un maggior numero di cellule microbiche sensibili – secondo un rapporto proporzionale tra concentrazione e dose letale - e una riduzione del tempo di applicazione. Comunque l’attività germicida inizia quando viene superata una concentrazione minima critica ad di sotto della quale tale attività o è troppo lenta (cloro < 10 ppm, iodio < 10-15 ppm) oppure è assente (quaternari < 15-20 ppm).

2. Numero e tipo dei microrganismi
Non esiste un disinfettante che sia in grado di agire efficacemente su tutte le classi dei microrganismi, pertanto la scelta dovrà tener conto di cosa si deve eliminare con particolare riferimento ai marcatori microbici. L’inattivazione delle cellule batteriche è legata a fenomeni di alterazione delle strutture subcellulari. Il meccanismo dell'induzione di resistenza può essere dovuto: alla produzione da parte della cellula batterica di un gruppo chimico ad attività simile o alternativa a quella del gruppo intaccato dal disinfettante; alla produzione di enzimi specifici antidisinfettante (è lo stesso meccanismo della produzione della penicillinasi); alla superproduzione di lipidi da parte della parete cellulare (questo meccanismo è tipico dei gram negativi, e segnatamente di Escherichia coli).
Effetto delle diverse fasi sulla carica batterica delle superfici

3. Durata dell’esposizione e temperatura della soluzione
La temperatura influenza notevolmente l’effetto microbicida dei disinfettanti. Quando l’energia di attivazione è bassa (cloro, iodio, acido peracetico) l’effetto microbicida è rilevante anche a bassa temperatura: basta un modesto incremento di temperatura ad es. da quella di refrigerazione a quella ambientale per aumentare l’effetto inattivante, pur se non devono mai essere superati i 30-40°C oltre i quali la molecola si degrada liberando sostanze tossiche.
D’altra parte l’aumento della concentrazione necessario per l’eventuale disinfezione a freddo con molecole ad elevata energia di attivazione (quaternari e biguanidi) raggiunge livelli tanto elevati da rendere estremamente difficoltoso il risciacquo. Generalmente esiste una relazione inversa tra temperatura, tempo di contatto e concentrazione del principio attivo. La durata del contatto fra prodotto e microrganismi non deve generalmente essere inferiore a 10 -15' per i prodotti liquidi e a 12 h per i gassosi

Test a sospensione: minuti necessari per la devitalizzazione del 99,99% dei microrganismi sospesi nella soluzione disinfettante

4. pH della soluzione
I composti disinfettanti per uso industriale sono formulati in modo idoneo a garantire che la loro soluzione di impiego presenti un valore di pH idoneo a garantire la massima efficacia germicida. Il cloro la cui azione germicida è legata alla formazione di acido ipocloroso ha concentrazioni accettabili fino a pH non superiore 8 - 8,5; nel caso dello iodio valori di pH nelle soluzioni compresi tra 4,5 e 9 sono favorevoli alla formazione di quantità apprezzabili delle molecole germicide di iodio molecolare e acido ipoiodoso

5. Natura della superficie e presenza di sporco
La molecola attiva agisce solo se entra in contatto col patogeno; quindi i patogeni dislocati in fessure, crepe dell’intonaco, stretti pertugi di attrezzature, ben difficilmente vengono a contatto con il disinfettante, a meno che questo non sia un prodotto molto "bagnante" o un gas ad alta diffusibilità. E’ molto difficile il contatto fra disinfettante (liquido o gassoso che sia) e patogeni inglobati in sangue essiccato, escrementi, grasso, sporcizia. La presenza sulla superficie di residui di materiale organico risulta essere la principale causa del fallimento della disinfezione. L’effetto di inattivazione del disinfettante da parte dello sporco organico è crescente dall’acido peracetico ai sali quaternari; nel caso del Cloro sono le componenti proteiche dello sporco, in particolare aminoacidi altamente reattivi quali tirosina e cistina, che
sottraggono principio attivo al disinfettante.

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