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La risposta di riconoscimento al volto umano


Gli studi, che si sono occupati di capire come lo sviluppo della via corticale influenzi la visione, hanno utilizzato come indice comportamentale il cambiamento di risposta del bambino al riconoscimento del volto umano. Il volto è forse lo stimolo più utilizzato nello studio dello sviluppo umano, perché è uno dei primi che si presenta dopo la nascita e perché è il mediatore privilegiato nello sviluppo dei rapporti sociali e nello sviluppo del sé.
Di particolare importanza sono stati i risultati contrastanti di due diversi studi: il primo studio, eseguito da Fants, affermava che il neonato presenta una risposta differenziata al volto umano sin dalle prime ore; il secondo studio, invece, eseguito da Wilcox e da Maurer e Barrera, pone l’inizio della risposta differenziata al volto solo al 3° mese, insieme con la comparse dell’imitazione.
Successivamente, nel 1991, lo studio è stato nuovamente eseguito da Johnson e Morton, i quali hanno dimostrato che già nelle prime 4 ore di vita i piccoli sono in grado di distinguere tre diversi stimoli, mostrando una preferenza per quello che riproduce esattamente il volto umano. Il volto con le caratteristiche regolari è il più fissato a due mese e il meno fissato a 5 mesi; le diverse risposte agli stimoli sottendono diversi tipi di reazione.

I risultati hanno evidenziato, quindi, che la risposta differenziata al volto, rispetto ad altri stimoli, è  presente sin dal primo giorno di vita, ma con il passare del tempo cambiano la modalità e il tempo di fissazione del tipo di volto:
Alla nascita, il bambino reagisce al volto, ne è attratto ma non discrimina
A un mese, i bambini dello studio Di Johnson e Morton rispondono indifferentemente ai tre diversi stimoli
Successivamente, i bambini iniziano a discriminare i tre tipi di volto: a 2 mesi, il bimbo ha tempi di fissazione più lunghi per il volto con caratteristiche regolari, mentre a 5 mesi il volto regolare è il meno fissato
La diversa risposta dei neonati al volto è interpretata come l’espressione di diversi livelli maturativi dei meccanismi neurali sottostanti la visione durante lo sviluppo.
Le risposte dei primi giorni sono determinati da processi di tipo subcorticale, ai quali si sostituiranno processi sempre più corticalizzati.

Tratto da PSICOBIOLOGIA DELLO SVILUPPO di Antonino Cascione
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