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EFFETTI DELLA TERAPIA SUI DISTURBI DELL’UMORE


Attualmente si ritiene che la maggior parte degli episodi depressivi  unipolari non trattati duri da 6 a 24 mesi, solo il 5-10% dei casi non trattati continuano per più di 2 anni; tuttavia la vera natura di questa patologia prevede episodi ricorrenti e molti soggetti che si presentano per la prima volta per la terapia hanno in realtà una storia precedente di uno o più episodi depressivi non riconosciuti e non trattati a partire dal’adolescenza.
Vengono utilizzati 3 termini che iniziano con la lettera R per descrivere il miglioramento di un paziente depresso a seguito della terapia con un antidepressivo:
1) RISPOSTA: significa che un paziente depresso è andato incontro alla riduzione almeno del 50% della sintomatologia; il paziente risulta “molto migliorato”;
2) REMISSIONE: quando tutti i sintomi sono scomparsi e non solo il 50%; il paziente non sta meglio, ma “sta bene”;
3) RIPRESA FUNZIONALE: quando la remissione persiste per un periodo da 6 a 12 mesi; il paziente è “guarito”.
Per descrivere, invece, il peggioramento vengono utilizzati altri 2 termini, anch’essi che iniziano con la lettera R:
1) RICADUTA: quando il paziente peggiora prima della remissione;
2) RECIDIVA: quando il paziente peggiora alcuni mesi dopo la guarigione.

Anche il decorso della malattia bipolare è caratterizzato da molti episodi recidivanti, alcuni principalmente depressivi, altri principalmente maniacali, altri misti con aspetti concomitanti della depressione e della mania; inoltre, alcuni episodi possono presentare una rapida ciclicità, con almeno 4 fasi up/down in 12 mesi. Vi è la preoccupazione che i disturbi bipolari, possano essere progressivi se non controllati, ovvero, con il passare del tempo le fluttuazioni dell’umore diventano più frequenti, più gravi e meno resposive al trattamento.

Sebbene, in generale, gli antidepressivi risultano efficaci nel trattamento della depressione, essi non aiutano tutti i pazienti depressi; infatti solo 2 pazienti su 3 rispondono a qualsiasi antidepressivo, mentre solo 1 su 3 risponde al placebo.
- Nei pazienti depressi che inizialmente rispondono ad un antidepressivo si verificherà una ricaduta nel 50% dei casi, se il farmaco viene interrotto o sostituito con il placebo.
- Nei pazienti depressi che inizialmente rispondono ad un antidepressivo si verificherà una ricaduta solo nel 10-20% dei casi, se il farmaco viene mantenuto per un anno dopo la ripresa funzionale.
Rispetto agli antidepressivi con azione selettiva serotoninergica, i tassi di remissione risultano più elevati in caso di impiego di antidepressivi o di associazioni di antidepressivi che abbiano duplice azione serotoninergica e noradrenergica.

IN SINTESI: la depressione è una patologia che perdura tutta la vita, che facilmente presenta una ricaduta entro alcuni mesi da un singolo episodio, soprattutto se non trattata o trattata in modo insufficiente o se i farmaci antidepressivi vengono sospesi, e che mostra una tendenza a multiple ricadute che possono essere prevenute mediante una terapia antidepressiva a lungo termine.
I tassi di risposta sono elevati, ma i tassi di remissione permangono deludentemente bassi, a meno che la semplice risposta non sia presa di mira con un approccio aggressivo con singoli farmaci o con un’associazione di farmaci che posseggano il duplice meccanismo d’azione farmacologico (serotoninergico e noradrenergico).

Per quanto riguarda, il trattamento bipolare, il LITIO è stato il primo farmaco ad esser stato utilizzato, ma non sembra altrettanto potente nel trattamento del disturbo unipolare.
Inoltre, hanno un’utilità nella terapia del disturbo bipolare, anche gli ANTIEPILETTICI e gli ANTIPSICOTICI, soprattutto quelli ATIPICI.
Ma, anche gli ANTIDEPRESSIVI, quando somministrati assieme al litio o ad altri stabilizzatori dell’umore, possono ridurre gli episodi depressivi, modificando il decorso del disturbo bipolare; anzi, essi possono far passare il paziente bipolare, da una fase depressiva ad una maniacale, ad una mista o ad una a rapida ciclicità.

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