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L'approccio iniziale al caso


Il primo incontro si propone innanzitutto di verificare se il soggetto si è rivolto al professionista giusto. In secondo luogo, si propone di chiarire meglio quanto riferito nella segnalazione, relativamente alle ragioni che hanno portato la persona nella stanza di consultazione. Altro obiettivo è quello di accertare la possibilità di instaurare l'alleanza di lavoro indispensabile per una consultazione.
Vanno distinti i pazienti che vengono a parlare di sé, che possono essere ulteriormente distinti in auto segnalatisi, giunti su suggerimento altrui, e inviati da altri professionisti per un accertamento diagnostico, e pazienti che invece vengono a parlare per altri, che possono essere ancora distinti in genitori che vengono a parlare dei figli in età evolutiva, e familiari che vengono a parlare di una persona ormai adulta.

- Per quel che riguarda i pazienti che si autosegnalano, va detto che, attraverso la segnalazione, essi iniziano un movimento volto a superare un forte ostacolo emotivo interno. Va tenuto presente che, alla base di un'autosegnalazione, vi è sempre una situazione di crisi: vi è uno stato affettivo specifico che deve essere in qualche modo colto, e che si riferisce sia ai sentimenti impegnati nella crisi, sia alla soggettiva inadeguatezza a fronteggiare tale crisi nel momento in cui viene richiesto un aiuto. Tale situazione può elicitare sentimenti di timore, preoccupazione, dipendenza dall'altro, diffidenza, fiducia. Va anche detto che anche il paziente più motivato si trova a fronteggiare dei conflitti: da un lato il desiderio di parlare di sé, dall'altro i sentimenti di reticenza, imbarazzo, pudore ansietà di fronte ad uno sconosciuto, che mettono fra l'altro in evidenza il fallimento soggettivo per cui si deve ricorrere ad un altro in una situazione critica. C'è ancora da dire che il nuovo crea di per sé incertezza, e questa è una situazione nuova per il paziente: tale incertezza va gestita e non può essere lasciata del tutto non strutturata.
Nel corso del primo incontro, lo psicologo deve tener presente ciò che si è verificato nel corso della segnalazione, in particolare le analogie e le differenze tra come la persona si è presentata al telefono e come si presenta personalmente.
L'approccio iniziale è inoltre fortemente influenzato dalle caratteristiche della personalità del paziente, per cui ci si può trovare di fronte alle situazioni più svariate: l'impatto con l'altro fa scaturire angosce e difficoltà.
L'approccio iniziale è fondamentale per vedere se il soggetto sia accostabile o meno a livello psicologico: si tratta di capire se è possibile generare una motivazione intrinseca, autocentrata, alla curiosità di capire, assieme allo psicologo, che cosa nel paziente non funzioni.
Lo psicologo, in questo primo approccio, deve anche valutare la sua possibilità e capacità nel trattare un determinato caso.

- Nel caso in cui la richiesta parte da altri professionisti, lo psicologo accosta il caso in qualità di consulente: il paziente resta affidato all'inviante.
Particolare attenzione va posta alle segnalazioni relative a pazienti psicosomatici. In questi casi, spesso la richiesta di consultazione deriva da un invio da parte del medico per esclusione, dopo una diagnosi negativa. Un simile invio rischia di connotarsi ambiguamente fin dall'inizio. A ciò si aggiunge che spesso un paziente di questo tipo non è affatto pronto ad accettare possibili spiegazioni dei suoi sintomi sul piano mentale.
Altro caso particolare è quello relativo a persone segnalate per ragioni peritali. Al di là delle differenze fra i singoli casi, essi sono tutti accomunati da almeno due elementi da prendere in considerazione: l'istituzione che richiede l'approfondimento affida in qualche modo un giudizio di “verità” allo psicologo e quindi tende a connotare la funzione psicologica di un ruolo giudicante più che conoscitivo; la persona esaminata può cercare di apparire, o raccontare le cose, nel modo più atto ad ottenere i vantaggi personali connessi allo scopo per cui l'esame è richiesto.  

- Caso a parte è quello del paziente che dichiara di venire su suggerimento di altri. In questi casi, specifica attenzione va posta alla motivazione del paziente: può darsi infatti che egli non percepisca niente di egodistonico. L'approccio iniziale dovrebbe esplicitare ed approfondire proprio il livello di disturbo che la problematica crea.

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