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Eziologia dei disturbi depressivi


Fattori neurobiologici

*Contributo genetico: modesto nel disturbo depressivo maggiore, elevato nel disturbo bipolare.
*Disfunzione dei Neurotrasmettitori: disfunzione dei recettori per la serotonina e (forse) della dopamina.
*Brain imaging: cambiamenti rilevabili nella corteccia prefrontale dorsolaterale, nell'amigdala, nell'ippocampo e nel giro del cingolo dorsale.
*Sistema neuroendocrino – Asse HPA : livelli di cortisolo alti

Fattori sociali

Vulnerabilità allo stress, mancanza di supporto sociale, rapporti interpersonali familiari.
I sintomi che sembrano suscitare negli altri reazioni negative sono: il parlare lentamente, i silenzi, il parlare negativamente di sé, le emozioni negative, lo scarso contatto oculare e le scarse espressioni facciali positive.

Fattori psicologici

*Teoria di Freud: il potenziale da cui scaturisce la depressione si origina nella fase orale, in caso di insufficienti o eccessive gratificazioni ricevute dal bambino, provocandone un arresto dello sviluppo.
Il soggetto rivolge contro di sé la rabbia e la tristezza che prova, verso situazioni esterne ad esso.
*Affettività: si ansia che depressione coinvolgono l'affettività negativa. La depressione presenta affettività positiva molto bassa.
*Nevroticismo: prevede la depressione.
*Teorie cognitive: i pensieri e le convinzioni soggettive sono fra le cause principali della depressione.
Beck elaborò una teoria, in cui la depressione si associa a una triade negativa (visione negativa di sé, del mondo e del futuro). Secondo questa teoria, le persone che soffrono di depressione hanno acquisito, durante l'infanzia, schemi di pensiero negativi, in conseguenza e eventi stressanti, che sono all'origine di distorsioni cognitive, ovvero tendenze ad elaborare in senso negativo le informazioni.
Seligman formulò la teoria del senso d'impotenza appreso (accettare, dopo una gran sollecitazione, passivamente uno stimolo doloroso). Questa teoria fu riveduta un paio di volte, e la versione attuale è la teoria della disperazione, la quale presuppone che i processi cognitivi possano spiegare un unico tipo di depressione, che comprende una diminuzione della motivazione, tristezza, pensieri suicidiari, calo di energia, rallentamento psicomotorio, disturbi del sonno. La disperazione, condizione in cui la persona si aspetta che non si verificherà alcun avvenimento positivo ed è convinta di non avere nessuna possibilità di cambiare la situazione, è il fattore più importante, per il sorgere della depressione.
Le persone depresse prestano più attenzione e a ricordare più facilmente le informazioni negative.

Tratto da PSICOLOGIA CLINICA di Alessio Bellato
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