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Definizione di Focus Group narrativo e metodiche di gruppo

IL FOCUS GROUP NARRATIVO

Appartiene alle metodiche di gruppo. All'interno di queste distinguiamo le metodiche in cui si sviluppa il gruppo e quelle in cui il gruppo diviene condizione per riflettere e costruire significati. Ci sono poi tipologie di metodiche di gruppo che mettono insieme le due prospettive e diventano quindi uno spazio/tempo dove nel prendere incarico una tematica si lavora anche sul gruppo.
Il focus groupe è visto come possibilità di interazione tra modelli e soggetti che li esprimono, funzionale allo sviluppo di un discorso e della conoscenza (prospettiva della social –cognition), come un percorso che consente di pensare la tematica (Perricone e Farruggia).
Si costruisce, quindi, un pensiero comune che scaturisce dalle risorse presenti nel gruppo. Vi è quindi interazione sociale.
Si caratterizza per:
- estraneità del conduttore
- omogeneità di appartenenza
- impiego di tecniche
- ruolo del moderatore contenuto

E' un luogo di formazione perché tutto ciò che è dialogo consente di esprimere l'esperienza propria e altrui all'interno di situazioni di gruppo. Viene utilizzato in contesti di produzione, elaborazione e trattamento di significati e informazioni.
Al suo interno si sviluppa un testo/tematica che costituisce la monografia di gruppo. Il F.G. N. si pone, quindi, come strumento e processo per organizzare l'esperienza e si fonda su tre categorie epistemologiche:
- l'attivazione del disordine dell'esperienza
- il pensare condiviso
- la formalizzazione del disordine delle esperienze

le sue categorie epistemologiche sono:
1. fabulazione
2. intreccio

I prodotti di un focus group sono "costruzioni trasformative" in quanto ognuno all'interno produce cultura, e attraverso processi di ricerca e co-costruzione, si attribuiscono nuovi significati.
Quindi le categorie epistemologiche ci danno degli indicatori.
- La Fabulazione, sottolinea la sequenzialità (degli episodi nel tempo), la diversità (come possibilità di cambiare i fatti reali), la conformazione periodica (relativa alla presenza di attori, strumenti, partecipanti, di uno spazio, scene), l'appartenenza ad un possibile genere (esempio, comico, se il testo suscita ilarità), il riferimento ad una particolare vicenda umana.
- L'Intreccio, invece, sottolinea:
a. l'intenzionalità come struttura relazionale
b. il linguaggio metaforico
c. il linguaggio ermeneutico, come possibilità di lasciare spazio alla negoziazione di significati
d. l'opacità referenziale, come verosimiglianza del testo

L'attenzione è centrata sul gruppo e non sul singolo quindi si allentano le resistenze. Il ruolo del moderatore è contenuto perché avvia il percorso sul messaggio: ciò che accade è cosa vostra.

Le potenzialità psico- educative devono essere rintracciate nel contesto, nello spazio e quindi un contesto evolutivo che promuove processi, abilità, capacità di condivisone, sempre in funzione di una crescita e quindi di un cambiamento personale.

PROCEDURA DEL FOCUS GROUP:
a. Riflessione sullo spazio aperto
b. Attivazione del diario segreto
c. Produzione: racconto personale inerente alla tematica oggetto
d. Lettura dei prodotti
e. Recupero degli aspetti caratterizzati
f. Collegamenti tra l'esperienza personale e l'oggetto/tematica
g. Presentazione di bozzetti o metafore, figure di esiti legati all'oggetto tematica
h. Salto del bozzetto che per ogni soggetto identifica la tematica i. Attribuzione di significati e bozzetti
l. Lavoro nelle scelte e definizione di un modello di lettura dell'oggetto tematica
m. Possibile contestualizzazione dell'oggetto tematica all'interno dell'organizzazione educativa, didattico - formativa.

CRITERI DI TRASFORMAZIONE IN UNA RELAZIONE DUALE


Le metodiche laboratoriali non sempre sono riferite al gruppo, ma si possono riferire anche per una relazione diadica (educatore/soggetto).

1. La presenza indiretta e mediata del gruppo dei pari – ( manca) il gruppo dei pari mi porta il pensiero altro. Farlo arrivare indirettamente (esempio altri bambini hanno scelto questa metafora) al gruppo dei pari e lavorare sui vari significati - l'esperienza di un possibile gruppo dei pari.
2. il docente (animatore, conduttore, tutor) che diventa anche l'altro compagno nella produzione, nella ricerca, nella rappresentazione, l'altro che accompagna il bambino nell'esperienza del laboratorio.
3. la possibilità di tirare dentro un possibile "altro" presente. Tirare nel laboratorio l'altro della famiglia.
4. il potenziamento dei linguaggi "altri". Lavorare con la musica, i filmati, usare i diversi linguaggi. Tutte queste modalità animano le attività del laboratorio per il funzionamento globale della persona.
5. integrazione della metacognizione in quanto funzionale al senso di autoefficienza.
6. potenziamento dell'attenzione del docente all'uso del corpo e della voce (comunicazione non verbale). Comunicazione efficace tra verbale e non verbale deve essere coerente con quello che diciamo, il linguaggio non verbale infatti è molto più esplicito di quello verbale. Bisogna gestire la comunicazione in modo chiaro ed efficace – modulare il tono della voce- espressione non verbale adeguata al soggetto con cui stiamo dialogando.
7. il correttivo - è importante prevedere dei correttivi in fase progettuale in un rapporto duale ancora più bisogna prevedere correttivi, perché la metodica duale è più complessa.
8. organizzazione temporale: la scansione delle tre fasi: Problem faind – Problem solving – sviluppo. Creare nello spezzare i tempi fase un'attività molto articolata, tenere conto dei tempi di sopportazione in relazione ai disturbi del soggetto. Anche il labor può essere fatto in questo contesto duale. Il soggetto viene conosciuto e quindi stabiliti i criteri delle fasi di tempo attraverso l'assessment.

IL GROUPE PAROL

Nasce in Francia e poi è stato sistematizzato in Italia.

Comunicazione verbale tra i soggetti – collaborazione- apporto personale cognitivo, razionale, esperienziale, confronto, ci si mette in gioco in tutto e per tutto. Costruzione comune finalizzata alla trasformazione del rapporto che i soggetti hanno con la problematica presa in esame, il supporto, il sostegno reciproco, supporto sul piano cognitivo, emotivo e relazionale, ognuno deve dare il suo contributo. (immagine persone che costruiscono assieme una casa)

Il Groupe Parol si può fare con un gruppo di persone accomunate da uno stesso problema, un'esperienza simile. E ‘ un gruppo che serve per affrontare quel problema che li accomuna, si crea una rete relazionale. Si presenta come un luogo dove si cercano soluzioni e non solo da voce e parla della problematica, ma aiuta a trovare soluzioni per gestire il problema. Ha lo scopo di circoscrivere il problema - metodica di prevenzione. (immagine nave – mare – rete per la pesca)

Narrazione e metacognizione – dare voce ai problemi condivisi – le persone si raccontano e si narrano rispetto ai propri problemi. E' un gruppo dove c'è un riflettere sulle cose che si vanno producendo e narrando. (immagine persona che scrive)

L'importanza del groupe parol come gruppo trasformativi si trova la soluzione, trasforma la soluzione del problema, l'altro diventa una risorsa per trovare delle soluzioni. (immagine del mago che esce fuori del materiale dal cilindro)

"Definizione di Group Parol"


E' co-costruzione finalizzata alla trasformazione dei soggetti coinvolti e del rapporto ra questi e la problematica presa in esame.
Vi è un supporto cognitivo ed emotivo, ognuno deve dare il suo contributo, anche se non si vuole, nel bene e nel male. Si effettua con persone accomunate dallo stesso problema, quindi, omogeneità dei protagonisti.
C'è una rete relazionale jhe accomuna tutti, si ricercano soluzioni attraverso le parole per gestire il problema. Narrazione e metacognizione; si raccontano le persone nel rapporto col proprio problema e si riflette durante il percorso sui risultati raggiunti.
Si ha la trasformazione sul piano del rapporto con la problematica, quindi l'altro è per me un operatore, una risorsa per attuare la trasformazione.
Esiste una differenza tra focus group e groupe parol
- Groupe parol si è concentrati sulla soggettività, sul problema.
- Focus Group non si focalizza un problema ma una tematica che attiene a questioni generali, a persone che non si conoscono e che non li accomuna alcun problema.

CARATTERISTICA DEL GROUPE PAROL


- Gruppi autocentranti
- Gruppi su compito (tipo labor)
- Gruppi per la costruzione di tematiche

Definizione – Il groupe parol è una tipologia di gruppo finalizzata all'espressione e al contenimento di una problematica comune ad un gruppo; si orienta al sostegno del soggetto e del suo disagio senza essere un gruppo terapeutico è un gruppo trasformativo – La funzione dell'educatore infatti è di trasformazione.

PROSPETTIVA EURISTICA = Ricerca – ricerca di nuove soluzioni per gestire i problemi
La ricerca del contributo del singolo diventa possibilità di rintracciare una varietà di implicazioni della tematica.

PARADIGMA DEL GROUPE PAROL


CATEGORIE EPISTEMOLOGICHE

a. Simulazione/provocazione
b. Riscrittura del rapporto tra sé e la problematica.

Ha una sua categoria epistemologica e deve avere una scaletta ben precisa.
Provocazione - aiutare a trasformare l'approccio che ognuno di noi ha con il problema , ma se si provoca e non si contiene si rischia di non trasformarsi.
Dosare – tra il contenimento e la provocazione e questo contenuto si realizza attraverso la simulazione di casi immaginari (scritto, inventato, uno stimolo che riguarda quel problema in maniera tale che il soggetto parli indirettamente di se stesso. Da qui si ha la riscrittura del rapporto tra il sé e la propria problematica
In queste storie non c'è un finale ben preciso proprio per permettere al soggetto di trovare delle soluzioni.

PROCEDURA DEL GROUPE – PAROL

- FASE DELL'IDENTITA'
Presentazione del gruppo – chi siamo – Riflessione sullo spazio circolare e chiuso (spazio protetto, di attenzione a sé e all'altro, co-costruzione di ricerca condivisa) e sulla presenza del conduttore (è un mediatore che accompagna, provocando, facilitando nelle difficoltà e stimolando nella ricerca , dicendo anche la sua opinione. Il consenso scritto è importante.

- FASE DELLA NARRAZIONE
1. Proposta di un testo immaginario centrato su una problematica rilevante per i componenti del gruppo (un racconto, una fiaba, una favola), che funge da provocazione delle reattività del gruppo.
2. Rappresentazione individuale grafica o scritta di una o più parti della storia ascoltata, ritenuta importante. I prodotti vengono affissi e si attiva una galleria per individuare somiglianze e differenze.
3. Scelta di uno o più compagni di gruppo per simulare la scena o le scene rappresentate. Alla fine di ogni simulazione il conduttore orienta gli altri a dare un titolo alla storia simulata, spiegando il perché di quella scelta rispetto al titolo.

- FASE DELLA COSTRUZIONE
Intervista in gruppo: ognuno sceglie a chi rivolgere la seguente domanda " che cosa suggeriresti di fare o di dire ai protagonisti della storia?"
Attivazione del setting della consulenza rispetto alla storia simulata, per arrivare a nuove soluzioni del problema.

CONSIDERAZIONI

Chi si fa toccare e contattare dalle cose è già in una fase di trasformazione.
Saper diventare marginali , non essere esibizionista. Nel G.P. ci deve essere il rispetto del dono e la capacità di essere marginale rispetto al prodotto dell'altro, poi c'è un momento dove tutti insieme troviamo la soluzione.

SETTING DELLA CONSULENZA

Tecnica che prevede una sorta di consulenza – 3 soggetti protagonisti
Colui che porta il problema
Il consulente – sviluppare l'autostima
L'osservatore – un garante /mediatore
Il G.P. ha la durata di 1 – ½ h circa formato da 15 persone massimo.

LE PROSPETTIVE SPECIFICHE DELLE METODICHE

IL FORUM – prospettiva formativa per il potenziamento della diversità – valorizzazione delle differenze.

IL LA.E – prospettiva fenomenologia (cambiamento del rapporto tra soggetto e tematica)

IL LABOR – prospettiva di produzione – realizzazione del compito attraverso il contributo del singolo che "si perde" nella realizzazione che il gruppo opera.

FOCUS GROUP – prospettiva di modellizzazione – costruzione di gruppo di un modello comune.

COOPERATIVE LEARNING – prospettiva costruzione (contenuti disciplinari) – contributo del singolo che costituisce parte definita e identificativa della realizzazione del compito.

GROUPE PAROLE – prospettiva euristica – la ricerca del contributo del singolo diventa possibilità di rintracciare una varietà di implicazioni della tematica.

IL FORUM
Vi si produce pensiero su fenomeni e problematiche sociale e solitamente si propone per il dibattito su un testo filmico.
Promuove emozioni, fa focalizzare sul non detto, permette di dare vita a realtà possibili.
E' uno spazio/tempo circoscritto che nelle sue dimensioni (temporale, contenutistica, relazionale, storica, produttiva, soggettiva, programmatica) prevede spazi, tempi, fasi, e lascia una traccia nella programmazione educativa, didattica e formativa.
Il forum deve essere pensato all'interno della prevenzione, che come promozione di sviluppo , vuole esprimersi come un modello olistico-sistemico.
La dimensione contenutistica evidenzia la tematica, la dimensione temporale, la durata delle fasi, la dimensione programmatica, i passaggi di attività e relazioni, la dimensione relazionale, le relazioni che si sviluppano tra i soggetti.
Il conduttore ha queste funzioni:
- accompagnatore che orienta la presa di consapevolezza e favorisce il conflitto socio cognitivo.
- Tutor prevede una produzione che si sviluppa come informazione, animatore, gestisce la tematica sul piano della cognitività e quindi fa collegamenti e attivazioni di strategie.

Le categorie epistemologiche sono:
- ALTERITA'
- ELABORAZIONE
- SOGGETTIVITA'
Valorizza la presenza di tanti protagonisti tutti unici perché orientai dalle singole soggettività. Il forum prevede un percorso articolato per il quale è previsto l'utilizzo di uno strumento report strutturato su specifici indicatori.

Tratto da PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONE di Salvatore Galluzzo
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