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Senso e significato della Psicologia dell'Educazione

La parola chiave sul senso e significato della psicologia dell'educazione è la trasformazione
Infatti la trasformazione ha un ruolo fondamentale nell'intervento educativo che è definito come promozione dello sviluppo e trasformazione delle persone.
Tale trasformazione avviene attraverso l'attivazione da parte dell'educatore di una relazione d'aiuto che serve a sviluppare nelle persone, oggetto della sua azione educativo, competenze per gestire la relazione con il mondo e con se stessi.

Un Progetto Educativo è costituito da: obiettivi educativi e formativi
- I primi, quelli educativi riguardano lo sviluppo di competenze perché l'individuo si possa relazionare con se stesso
- I secondi, quelli formativi riguardano lo sviluppo di competenze tra l'individuo e il mondo esterno (relazioni con altri, con istituzioni ecc…)

Quindi l'azione educativa è una relazione d'aiuto.

Domanda: cosa vuol dire porre in essere una relazione d'aiuto? Significa sostenere , trasformare, supportare, le aree di competenza dell'utente.

La relazione d'aiuto si fonda su 5 pilastri:
- Mediazione
- Assessment (dall'inglese punti di forza)
- Responsabilità reciproca
- Protezione
- Supporto

Vediamole brevemente

Mediazione: l'educatore è uno che facilità, crea collegamenti, agevola rapporti e relazioni, facilità la ricerca di soluzioni. E' uno che aiuta il soggetto a trovare collegamenti tra le cose, tra se stesso e gli altri, tra il proprio passato, presento e futuro, tra le strutture (scuola, famiglia…). E' un facilatore di relazioni; e svolge questa funzione sia sul piano cognitivo, delle relazioni, ma anche sul piano culturale (tra i propri valori e altri).

Assessment: significa andare alla ricerca dei punti forti delle persone. I punti forti sono le caratteristiche predominanti di una persona. Il punto forte non sempre è una aspetto positivo di una persona, può essere anche un aspetto negativo (esempio il bambino violento o aggressivo). Quindi fare assessment significa conoscere l'altro sul piano dei punti forti (esempio le tipologie di intelligenza, se è una persona inventiva o creativa, debole o motivata ecc…). Diventa il punto di partenza per una relazione d'aiuto.

ResponsabilitàReciproca: una relazione di aiuto è un progetto condiviso dove educatore ed educando hanno lo stesso rapporto paritetico. La Relazione non è mai unidirezionale perché anche l'altro ha una responsabilità rispetto alla relazione (esempio: tempi e spazi precisi; regole come il non tradire la relazione). Se l'educatore ritiene che l'altro ha una responsabilità gli sta dando competenza, riconosce, cioè nel soggetto delle risorse. Compito precipuo dell'educatore allora è proprio andare alla ricerca delle risorse dell'altro, o potenziare le risorse già esistenti e ancora se non ce ne sono svilupparle ex novo. In un certo modo la responsabilità reciproca è l'applicazione dell'Assessment

Supporto: il supporto è un sostegno che può essere di diverso tipo.
- Supporto cognitivo (informativo) è quello che aiuta l'altro ad orientarsi, lo aiuta a trovare risposte, soluzioni, orientarlo nel trovare il senso della vita. E' un orientamento cognitivo;
- Supporto emozionale è quello di chi sta accanto, vicino alla sofferenza o ai problemi dell'altro. E' il piano dell'empatia, della vicinanza. E' aiutare l'altro a dare una "nome" (definire) alla cosa che sta provando; dare parole alle emozioni per dare senso e significato alle cose che sta provando (esempio: il pianto del bambini – tristezza, dolore)
- Supporto ludico è un sostegno che si sviluppa attraverso il "gioco" come possibilità dell'altro di mettersi in gioco. Il gioco che da la possibilità di usare la creatività, come possibilità di ridefinire il reale andando oltre la realtà per trovare nuovi significati del reale.

Protezione: la relazione di aiuto è una relazione che protegge perché va a sviluppare i fattori (meccanismi) di protezione interni del soggetto come:
- la riduzione dell'esposizione al rischio (vedi capitolo della prevenzione).
Ad esempio: se un soggetto che si allontana dagli stimoli dannosi riduce la sua esposizione al rischio proteggendosi.
- L'interruzione delle reazioni negative a catena: significa interrompere un circuito di comportamenti che sono un continuo incrementare le negatività delle risorse. Sapersi proteggere significa interrompere una serie di reazioni (dannose) a catena che se riproposte non aiutano ma frustano l'individuo. Compito dell'educatore è aiutare il soggetto a sapersi proteggere.
- Autostima: E' una risorsa interna aiuta ad affrontare i problemi della vita. E' la fiducia nelle proprie capacità, è la fiducia che anche da soli si possono avere delle risorse per affrontare i problemi. L'educatore deve aiutare all'autostima.
- Apertura a nuove opportunità: L'educatore deve promuovere, nella persona che sta aiutando, questo meccanismo interno (cognitivo/relazionale) dell'aprirsi al mondo, del vedere che ci sono altre opportunità, altre possibilità, specie se la persona è bloccata da problemi che sembrano insormontabili e che impediscono di vedere altro e di aprirsi a nuove opportunità di vita. E' poter pensare che se mi trovo in difficoltà posso aprirmi a nuove opportunità e risorse. E' prendere consapevolezza che i problemi non si eliminano ma si affrontano, si devono gestire meglio. La persona che ha vissuto è superato i problemi che la vita gli ha messo davanti è certamente più forte (ha più risorse) di chi non lo ha mai fatto (debilitandosi).

Come può l'educare ad attivare i fattori della relazione d'aiuto?
Partendo innanzitutto dalla conoscenza del soggetto e del contesto in cui è calato. Quindi deve possedere conoscenze per poter gestire una prospettiva di intervento educativo, partendo appunto dall'osservazione del soggetto e del suo contesto educativo favorendo la mediazione , per agevolare le relazioni e la convivenza, favorire gli incontri e gli scambi, creando gruppi di lavoro in cui ognuno porta la propria esperienza e la propria cultura.
Può attivare l'assessment attraverso delle prove psico attitudinali per verificare le peculiarità caratteriali dei soggetti e proponendo attività pratiche che possano essere manuali o intellettive che consentano di valutare la creatività come i laboratori di pittura, attività manipolative e laboratori teatrali e linguistici.
L'educatore favorisce la responsabilità reciproca dando parità dignità all'educando considerandolo come soggetto competente partecipe nel processo educativo, cercando di adattare un comportamento non autoritario ma autorevole, senza imposizioni ma favorendo l'interazione e lo sviluppo delle risorse già presenti nell'educando (si danno dei compiti a piccoli passi).
Fornisce sostegno cognitivo/informativo mettendo la sua esperienza e conoscenza culturale a disposizione dei soggetti educandi, per trovare soluzioni ai vari problemi. Sul sostegno emozionale attraverso un rapporto empatico deve essere vicino, anche fisicamente, partecipando alle emozioni dell'altro, aiutandolo a dargli un senso me un significato.
La protezione si attua facendo sperimentare situazioni pratiche per attuare la competenza (si danno dei compiti per produrre).
La relazione d'aiuto richiama l'approccio della personalizzazione e ci aiuta a guardare le persone nella loro globalizzazione cioè come sono fatte.

Tratto da PSICOLOGIA DELL'EDUCAZIONE di Salvatore Galluzzo
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