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Principali modelli di educazione alla salute


Nell’educazione alla salute sono stati proposti vari modelli, riconducibili a 3 tipologie principali:
1. Modello del fornire informazioni: dominante nell’educazione alla salute, perché quello che meglio su adatta alle definizioni biomediche di salute, descritto come un approccio preventivo, conosciuto come modello medico. Il ruolo dell’educatore consiste nel trasmettere le informazioni ad un pubblico passivo, che farà proprio il messaggio.
Il modello assume che alla base del cambiamento di comportamento vi sia una sequenza unilineare: fornire informazioni-->aumento/miglioramento delle conoscenze--> modificazione degli atteggiamenti modificazione del comportamento--> miglioramento della salute.
Per un certo tempo si pensava che informare le persone fosse sufficiente, poi si è visto che era meglio adottare dei modelli che puntino maggiormente sullo sviluppo delle capacità decisionali.
2. Modello del “self-empowerment” o centrato sulla persona: riconosce che le credenze e le esperienze individuali hanno un ruolo importante nel modo in cui le persone percepiscono e danno senso ai processi di salute. Si assume che rafforzando l’autostima e la fiducia in se stessi gli individui si trovino in una posizione migliore per prendere decisioni positive sulla propria salute e per sviluppare le abilità per agire di conseguenza. Gli approcci chiave sono: il traning dell’assertività, il self help e i lavori di gruppo.
È importante fornire le informazioni, ma l’esperto non è più il depositario delle conoscenze. Le persone se si sentono più potenti saranno anche in grado di fare fronte alla pressioni sociali.
Ciò che conta non è quello che viene deciso, ma il modo in cui è stata presa la decisione.
Il modello è divenuto molto popolare nei contesti educativi scolastici, perché enfatizza la natura volontaria del cambiamento.
3. Modello di sviluppo della comunità: cerca di coinvolgere le persone nella progettazione e nella strutturazione della propria educazione, a partire da un bisogno o da un problema identificato da un gruppo. Spesso adotta un approccio critico nei confronti dei servizi esistenti e può a sua volta ideare servizi.
Il ruolo dell’educatore è problematico, necessità di una varietà di competenze per lavorare con i gruppi, un’analisi degli scopi e dei limiti del lavoro, delle risorse, deve tessere un percorso che favorisca alla partecipazione evitando di creare dipendenza.

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