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Funzione Riflessiva



L’autore che più si è occupato di tale funzione è Fonagy, e cerca di tenere insieme prospettiva psicdinamica e teoria dell’attaccamento. Lui la definisce come la capacità di riflettere sui propri stati mentali e su quelli altrui. Come si fa ad analizzare il livello di mentalizzazione in un adulto? Si può usare sempre l’AAI -> un adulto con funzione riflessiva durante l’intervista è in grado di attribuire stati mentali a se stessi e alle figure di attaccamento (capacità di autoconsapevolezza riflessiva: è la capacità, nel corso dell’intervista, di monitorare i propri stati mentali passati e presenti relativi alle figure di attaccamento oltre che quelli dell’intervistato -> viene usata la scala del sé riflessivo). Successivamente la Slade costruisce un’intervista per esaminare la funzione riflessiva, che non è più applicata all’AAI, ma è una intervista vera e propria che esplora come il genitore si rappresenta il bambino e se stesso nel ruolo di genitore -> si chiama PDI
Perché è così importante la funzione riflessiva? Perché i ricercatori hanno osservato che la riflessività si accoppia a un attaccamento sicuro dell’adulto. Un genitore che possiede questa funzione non solo trasmette un attaccamento sicuro al bambino, ma anche la capacità di mentalizzare. Quanto più un adulto è disorganizzato (rispetto a trauma o lutto) tanto più tale funzione tende ad azzerarsi. In situazioni di rischio si tende a vedere una riflessività più bassa del normale.

Scala di codifica dell’AAI sulla riflessività, scala del sé riflessivo (Il punteggio è da -1 a 9):
1) Citazione di specifici stati mentali (esempio: in a quel periodo mi sentivo molto arrabbiato)
2) Sensibilità alle caratteristiche degli Stati mentali (esempio: non potevo sapere che cosa avesse in mente
3) Capacità di riconoscere che l’altro può avere sentimenti e stati mentali diversi dai propri
4) Capacità di collegare stati mentali ai comportamenti osservati (esempio: mi picchiava sempre ma perché lui stesso era molto preoccupato
5) Comprensione della possibilità di cambiamento degli stati mentali (esempio: da bambino vedevo le cose in un modo, adesso in un altro)
->> In questo modo si codifica l’AAI non per far emerge i modelli di attaccamento adulto ma per esaminare la capacità di mentalizzazione del bambino

L’ipotesi è che il bambino interiorizza dalla madre non solo la modulazione delle emozioni, ma anche la capacità della mamma di pensarlo come soggetto pensante -> “hold the baby mind”.
Come interagisce con il bambino una mamma che mentalizza? È una mamma che è in grado di rispecchiare i suoi stati emotivi, quindi si parla di mirroring (bambino sorride e madre sorride, marcandolo -> il bambino si riconosce nella mamma). Questo costrutto viene elaborato da Fonagy, ma era già stato individuato da Winnicott (se la mamma rispecchia le emozioni del bambino, mano a mano, riconoscendo le emozioni nella mamma, riesce anche a riconoscere le sue emozioni -> in questo modo il bambino interiorizza la maneggiabilità di propri stati emotivi, sviluppando un senso di mastery -> di conseguenza si sviluppa nel bambino la capacità di esplorare con sicurezza gli stati mentali propri e dei genitori). Fonagy e gergely parlano in questo senso di mirroring marked and ostensive-> marked perché la madre imita le comunicazioni del bambino esagerandole e modificandole, ostensive perché i segnali della madre (sguardi, verbalizzazioni ecc), sono volte a esplicitare che il mirroring è rivolto proprio al bambino. Il mirroring quindi può essere di due modalità:
- Diretto: il genitore rispecchia le emozioni del bambino senza modificarle
- Intenzionale: il genitore rispecchia le emozioni del bambino marcandole e quindi rendendole più riconoscibili -> è il mirroring marked and ostensive
Le madri sicure usano molto più frequentemente il rispecchiamento intenzionale rispetto alle madri distanzianti. Di conseguenza i bambini delle madri sicure dirigono la loro attenzione alla madre più frequentemente dei bambini di madri distanzianti.
Ci possono però essere situazioni in cui la capacità di mirroring è bassa -> Si parla fallimento del rispecchiamento da parte del genitore. Ad esempio il genitore potrebbe mettere in atto un mirroring troppo accurato e realistico (il bambino esprime paura e la madre gli restituisce quella stessa paura non modulata), oppure potrebbe rispecchiare un sentimento discordante rispetto a quello che esprime il bambino. Questa mancata rappresentazione degli affetti o il loro fraintendimento può avere effetti negativi sullo sviluppo socio-affettivo del bambino.

Quindi, in conclusione, secondo fonagy, il modello operativo interno sicuro si formerà nel bambino:
* Se la madre ha a sua volta un modello operativo interno sicuro in condizioni ambientali attuali favorevoli
* Se la madre ha anche un’adeguata capacità riflessiva in condizioni ambientali sfavorevoli attuali (single, familiari, difficoltà socioeconomiche, separazioni ecc)

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
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