"Dalla Padella alla Brace"

Per salvaguardare la madre buona, io interiorizzo l'aspetto cattivo di mia madre che si compone dell'aspetto chiaramente frustrante ma anche dell'aspetto cattivo a cui io voglio bene, da cui io dipendo e che perciò mi tenta. Quella esterna, invece, risulta buona, poiché depurata da tutto l'aspetto cattivo.

Il problema consiste nel fatto che il bambino diventa egli stesso cattivo, in quanto è lui che ha gli oggetti cattivi dentro di sé, i quali rimangono cattivi anche all'interno del bambino. L'oggetto non soddisfacente-frustrante che il bambino ora ha dentro di sé ha due aspetti: quello che frustra e quello che tenta, in quanto è mia madre e io aspiro a riconquistarla.

Si crea una situazione insostenibile dentro al bambino, che ha l'oggetto del bisogno (oggetto allettante o eccitante --> l'aspetto della madre cattiva con cui aspiro comunque ad avere una relazione) e l'oggetto frustrante o rifiutante (apertamente frustrante). [il bambino interiorizza anche la parte tentatrice, perché è ancora completamente dipendente dalla madre e la scinde in oggetto buono e cattivo, l'oggetto buono rimane dentro, e l'oggetto cattivo viene interiorizzato, ma questo oggetto cattivo a sua volta presenta 2 aspetti: la madre cattiva che rifiuta apertamente e la madre cattiva, che però è pur sempre mia madre, e con cui quindi, nonostante tutto, voglio avere una relazione)].

Secondo Fairbairn (come si è detto prima) l'Io, ogni volta che si crea un oggetto interno, si indebolisce perché una sua parte si attacca all'oggetto interno creato. Per Fairbairn nel momento in cui creo due oggetti cattivi interni (allettante e rifiutante), l'Io, che era unitario, li rimuove (li spinge nell'inconscio) entrambi (vengono spini nell'inconscio per preservare la madre buona esterna).

L'Io sviluppa pseudopodi per mantenere i suoi legami con gli oggetti interni --> l'Io da integrale si scinde: un pezzo si attacca all'oggetto allettante, un altro pezzo si va ad attaccare all'oggetto rifiutante.