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Il cervelletto


Il cervelletto: dalla complessità della sua architettura e come se fosse un'altro cervello.
Vi sono 3 livelli: neo cervelletto, vestibolo cervelletto e spino cervelletto.

Funzioni: equilibrio e stabilita posturale (vestibolo cervelletto), coordinazione dei muscoli assiali (spino cervelletto), controllo degli arti inferiori per la locomozione e superiori per la fluidità del movimento (neo cervelletto), regolazione e coordinazione (sincronizzazione) dei movimenti che richiedono destrezza, controllo della sequenza temporale di attivazione muscolare (agonista-antagonista), rappresentazione delle proprietà temporali di un movimento (ad es. previsione e durata di una determinata azione), acquisizione di una risposta motoria condizionata (apprendimento motorio). Perché permette un movimento più fluido e permette l'apprendimento? Perché è coinvolto nella sincronizzazione temporale dei vari comportamenti motori.

Lesioni al cervelletto hanno dato informazioni sugli aspetti qualitativi del suo funzionamento. Esiste una sindrome cerebellare le cui cause sono tumori, atrofia, lesioni, sclerosi multipla. Presenta ipotrofia muscolare, diametria (incapacità di calcolare la distanza giusta per prendere oggetti), atassia cerebellare (problema di coordinazione che rende la persona instabile), ipostenia (ridotta forza muscolare), tremore cinetico. Tutto ciò somiglia all'abuso di alcool, infatti le cellule del cervelletto sono sensibili all'alcool. Per vedere se si è ubriachi si chiede di portare il dito alla fronte, un movimento per cui serve il cervelletto. Una delle funzioni del cervelletto è la sincronizzazione dei movimenti: nei pazienti con lesione cerebellare viene meno la sincronizzazione di muscoli antagonisti (tipi bicipite e tricipite) e si osserva così dismetria (per prendere un oggetto si va o troppo lontani o troppo vicini e ciò è dovuto al fatto che la fluidità dei muscoli è compromessa).

Il cervelletto ha anche ruoli di tipo cognitivo --> è coinvolto in funzioni cognitive diverse dal controllo del movimento, cioè apprendimento non motorio, attenzione, regolazione del tempo, e memoria di lavoro.

Tratto da PSICOLOGIA FISIOLOGICA di Mariasole Genovesi
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