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Teoria dell'Analisi delle Caratteristiche

Teoria dell'Analisi delle Caratteristiche

 
Si basa sull'assunto che lo stimolo visivo è costituito da un insieme di caratteristiche, proprietà ed attributi essenziali che lo distinguono rispetto ad un altro -> superare il problema della variazione di alcuni parametri dello stimolo.

Stimoli diversi che condividono le stesse caratteristiche/pattern.
 
Selfridge (1959) – Ideò un programma per computer per l'identificazione di pattern: i neuroni, ognuno con una propria funzione, organizzati secondo una scala gerarchica), sono specializzati per riconoscere caratteristiche specifiche sequenza di stadi: dalla registrazione dell'immagine retinica, alla rilevazione delle linee, all'elaborazione cognitiva, fino all'identificazione.

Seguendo questo modello, Gibson elabora un sistema di identificazione delle lettere dell'alfabeto basato sulla analisi delle caratteristiche. Il riconoscimento di una lettera avviene confrontando le caratteristiche contenute nella lettera-stimolo con quelle proprie delle lettere dell'alfabeto, depositate nella memoria.

Anni '70: esistono neuroni, dedicati al riconoscimento di stimoli complessi: animali, vegetali, facce ecc. - Konorski (1972): neuroni iperspecializzati “Unità cognitive”.
Secondo gli orientamenti più recenti non viene effettuata una scomposizione/ricomposizione delle caratteristiche dello stimolo, come sostenevano le teorie dell'analisi delle caratteristiche, ma, piuttosto, l'identificazione si fonderebbe sull'interazione ed integrazione tra le varie componenti fisiche dello stimolo, sulle loro relazioni strutturali.

Fra queste teorie:
Anne Treisman (1980-1982) “Teoria dell'Integrazione delle Caratteristiche”,

- Primo stadio: Individuazione delle qualità Primarie -> Automatico (non richiede risorse attentive); in questo stadio si ha detezione o registrazione di alcune caratteristiche salienti di stimolo (inclinazione, luminosità, colore, movimento, implica una elaborazione parallela);

- Secondo stadio: “Integrazione delle qualità Primarie” -> Implica un processo controllato dalla Attenzione e coinvolge un'elaborazione seriale (analisi sequenziale degli stimoli); si ha Integrazione delle qualità dell'ogg. in componenti di ordine superiore, per giungere alla percezione.

-Biederman (1990) “Teoria del Riconoscimento per componenti” – Teoria della descrizione strutturale:
in evidenza l'elaborazione delle relazioni tra le componenti dello stimolo visivo. Rispetto alla Treisman (focalizza sulle fasi iniziali del processo percettivo)Biederman privilegia uno stadio più avanzato lungo la direttrice bottom-up.

Il processo percettivo iniziato con l'individuazione e integrazione delle qualità primarie deve prevedere un'integrazione di ordine superiore che conduca all'individuazione delle componenti di un oggetto. Il modello di Biederman si colloca a questo livello e assume che un oggetto consista di un insieme di componenti chiamati “geoni”. Biederman, basandosi sulla proprietà della geometria dei solidi, ha individuato 36 geoni essenziali la cui combinazione può produrre un n. altissimo di oggetti (come lettere alfabeto), per cui il riconoscimento di un oggetto dipende dall'identificazione di geoni che lo compongono e dalle relazioni spaziali che intercorrono.

Tratto da PSICOLOGIA GENERALE di Giulia Coltelli
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