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LA COGNIZIONE SOCIALE


Gordon Allport [1968] definì la Psicologia sociale come una disciplina che tenta di comprendere e spiegare il modo in cui i pensieri, i sentimenti e il comportamento sono influenzati dalla presenta delle persone, siano esse presenti sul piano fisico o simbolico.
Il problema della conoscenza della realtà sociale ha caratterizzato la psicologia sociale sin dalle sue origini, tanto che uno degli approcci più emergenti di questa si chiama social cognition o cognizione sociale. Questa corrente ha le sue radici nella filosofia di Kant secondo il quale è la mente che attivamente organizza i dati che raccogliamo. Non solo, ma cerca le connessioni tra i vari elementi dell’oggetto da conoscere così da attribuire ad essi un senso (approccio olistico). Dunque la cognizione permette alla persona di avere a disposizione gli elementi per interpretare la realtà, per pianificare il proprio comportamento e per prevedere quello altrui.
La cognizione sociale è al servizio dell’interazione sociale e perché ci sia la conoscenza sociale, attività motivata frutto dell’azione sociale e guida dell’azione sociale, le persone osservano la realtà sociale, ascoltano gli altri presenti nella realtà sociale e intervengono su di essa.
L’organizzazione della conoscenza avviene in base a degli schemi: strutture cognitive che contengono informazioni su di un particolare oggetto di conoscenza, includendo gli attributi che lo caratterizzano e i legami tra di essi.
Esistono diversi tipi di schemi sociali in base al tipo di informazione che vi è contenuta: Schemi di persona; Schemi di sé (si è particolarmente attenti a quegli aspetti della realtà sociale che rimandano a noi stessi); Schemi di ruolo e Schemi di eventi.

Tratto da PSICOLOGIA SOCIALE di Carla Callioni
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