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Il limite dell’intimità


Ehrenberg sofferma la sua attenzione sulla natura interattiva del campo di analisi, e su quanto quest'aspetto incida sul processo terapeutico. Vi è infatti una differenza tra ciò che viene definito "teoria della tecnica", cioè tutto ciò che il terapeuta fa consapevolmente e intenzionalmente in analisi; e la "teoria dell'azione terapeutica", che riguarda invece tutto ciò che, pur essendo terapeutico per il paziente, viene attuato dall'analista in modo inconsapevole. Molto di ciò che porta a uno "snodo" nell'analisi prende avvio infatti da scambi interattivi, scelte e azioni non intenzionali del terapeuta, per i quali non si era previsto tale effetto. Alcuni aspetti relativi all'interazione sfuggono alla consapevolezza, molte comunicazioni avvengono in modo involontario o a livello inconscio, lo stesso controtransfert provato dal terapeuta è un qualcosa di non controllabile. Ciononostante essi portano un contributo fondamentale per l'andamento del processo analitico, aprendo nuovi spazi d'indagine o mostrando ai pazienti un nuovo modo di stare in relazione.

Anche alcuni "errori" commessi dal terapeuta, per esempio il dire qualcosa che non sortisce sul paziente l'effetto sperato, possono portare a un salto in avanti, a patto che questi vengano poi discussi ed esplorati insieme. Affinché tutto questo materiale risulti effettivamente terapeutico, è indispensabile, infatti, che sia riportato a un livello esplicito parlandone col paziente, andando a ricostruire insieme l'andamento dei microeventi interattivi momento per momento, per portare alla luce le dinamiche relazionali che si sono venute a creare in essi. Un lavoro a due condotto in questo modo può permettere ai pazienti, secondo Ehrenberg, di arrivare ad importanti insight sul proprio modo di funzionare.

Questo riportare in modo esplicito un qualcosa che è avvenuto nell'interazione è ciò che la psicanalista definisce il lavoro sul "limite dell'intimità". Il riflettere insieme riguardo alle reciproche reazioni e atteggiamenti dell'uno verso l'altro, indagando il significato che ciò assume nell'interazione, porta a un momento di grande intimità tra le due persone coinvolte, scongiurando anche che avvenga una collusione per la quale uno dei due protagonisti assume inconsciamente su di sé l'aspettativa che l'altro ha di lui. In quest'ultimo caso il significato che paziente e terapeuta attribuiscono agli scambi reciproci non è indagato, ma ignorato o dato per scontato, portando anche a possibili effetti iatrogeni, perpetuando il trauma dell'essere fraintesi. Un lavoro come quello proposto da Ehrenberg aumenta paradossalmente la vicinanza tra i due protagonisti proprio mentre si pone più attenzione ai confini personali. E' importante anche sottolineare che tale analisi degli eventi interattivi può essere svolta solo dai due partecipanti insieme, in quanto solo così è possibile scoprire quale significato una certa azione assume per l'altro, accedendo a livelli di consapevolezza più alti che il terapeuta da solo non può raggiungere.

Il riflettore è posto quindi sul presente, sull'hic et nunc della relazione tra terapeuta e paziente, è necessario infatti che il clinico mantenga sempre uno sguardo vigile sul processo interattivo, e non solo sul contenuto degli scambi verbali. Le parole possono servire, infatti, per costruire ponti o barriere e il loro significato non sempre è letterale. In questi casi il non riconoscere il vero messaggio che il paziente vuole veicolare, prendendo per vero il contenuto letterale (quello che Ehrenberg chiama la parola "vuota") può portare ad effetti nocivi. L'ascolto del paziente non è l'ascolto delle parole del paziente. L'unico modo per uscire da questa spirale di fraintendimenti è analizzare col suo aiuto il significato di ogni scambio avvenuto nell'incontro. In particolare sembra essere fruttuoso considerare alcuni cambiamenti che avvengono nel paziente come reazioni alla partecipazione dell'analista. La psicanalista porta a esempio alcuni episodi in cui i pazienti si chiudevano o assumevano un atteggiamento più ostile quando la scoprivano a controllare l'orologio. Il fatto di cercare le cause di un cambiamento di atteggiamento del paziente o del terapeuta stesso all'interno dell'interazione presente è di fondamentale importanza e permette di raggiungere nuovi livelli di consapevolezza e una maggiore intimità nella relazione. Le transazioni che avvengono nella relazione diventano quindi il dato analitico principale, in tal modo l'analista comunica la sua disponibilità a parlare di tutto ciò che avviene tra loro e all'impatto emotivo che questo ha su di sé.

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