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I sistemi diagnostici dell'infanzia e dell'adolescenza

I sistemi diagnostici dell’infanzia e dell’adolescenza


La trattazione dei disturbi mentali nell’infanzia e nell’adolescenza è stata a lungo trascurata nei sistemi nosologici internazionali. E’ solo con la pubblicazione del DSM-III, nel 1980, che si produce un cambiamento significativo con l’inserimento di una sezione dedicata ai disturbi diagnosticati nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza.
Però, così come nell’ambito dei disturbi mentali degli adulti, anche in adolescenza l’applicazione del DSM suscita diverse riserve. Il problema più rilevante riguarda la mancanza di un criterio evolutivo nella valutazione della psicopatologia adolescenziale. Il manuale è carente nella descrizione delle variazioni evolutive dei sintomi, cioè nelle modificazioni che possono avvenire al variare dell’età del soggetto.
Molte delle critiche sin qui espresse hanno indotto un gruppo di psichiatri e psicoanalisti francesi a proporre un sistema diagnostico dell’infanzia e dell’adolescenza basato su un orientamento teorico psicoanalitico.
Il sistema propone una distinzione delle organizzazioni patologiche della personalità in:
Psicosi
Disturbi nevrotici
Patologie della personalità
Disturbi reattivi
Disturbi con usi di droga e alcool
Disturbi a espressione somatica e/o comportamentale
Varianti della norma

Il sistema diagnostico è articolato in due Assi:
Asse I - Categorie cliniche di base
Asse II - Fattori Associati o anteriori eventualmente eziologici.

Tratto da PSICOPATOLOGIA DELL'ADOLESCENZA di Antonino Cascione
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