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POLITICA ESTERA ITALIANA


Premessa: l’Italia è alle prese con un problema comune agli altri attori, ovvero capire quale può essere l’interesse nazionale dei prossimi vent’anni.
Costanti storiche fondamentali: l’Italia ha una collocazione strana essendo una penisola ed è contrassegnata da una forte ambiguità geopolitica essendo una potenza europea e una potenza mediterranea.
Questo pone questioni di priorità e di coerenza. Alcuni governi hanno cercato di favorire il ruolo europeo per abbandonare quello mediterraneo e altri il contrario.
Per fare politica estera bisogna conoscere il proprio peso internazionale e l’Italia ha sempre oscillato tra la suggestione di essere l’ultima delle grandi potenze e la prima tra le piccole. Spesso viene utilizzata la definizione media-potenza ma questo è un modo per non definirsi.  -> L’Italia ha vissuto con l’ossessione del declassamento.
Prima risposta a questa incertezza è sempre stata la ricerca di esserci sempre a tutti i costi in tutti i contesti multilaterali. Consapevolezza di non essere autosufficienti in tema di sicurezza.
Dispersione degli obiettivi, troppi obiettivi incoerenti con il peso di cui disponiamo.
La politica estera italiana da sempre vive una dipendenza assoluta dalla politica interna.
La politica estera italiana è anche figlia dello shock della sconfitta nella II guerra mondiale. La politica estera finisce per essere vista come forma per la catastrofe. Non riesce più a nominare le parole “interesse nazionale” fino agli inizi degli anni ’90.
Secondo elemento di discontinuità introdotto dalla II guerra mondiale: il rifiuto della guerra, la diffidenza nei confronti dello strumento militare che diventa praticamente innominabile.
Abbiamo ancora negli anni ’80 un partito comunista con il 30%(caso unico in Europa) .
L’Italia si butta in tutte le istituzioni esistenti.  -> Nelle istituzioni l’Italia vede la soluzione a 2 problemi a cui non è in grado di trovare soluzione:
* il problema dell’interesse nazionale
* il problema dell’identità.
L’Italia europea, Italia atlantica ma che nel mediterraneo vuole fare di conto proprio confermando la propria ambiguità. Margine di manovra che è ancora oggi la conferma dell’ambiguità ma a cui replica dicendo che grazie a questo operato possiamo fare da tramite con paesi come la Libia ecc..
Vero problema della politica estera italiana: negli ultimi 20 anni e soprattutto 10, grande trasformazione del tessuto delle istituzioni internazionali.
Negli ultimi 20anni di fronte all’impossibilità di usare le isitituzioni multilaterali esistenti, si cercava di crearne di nuove da cui l’Italia veniva sempre esclusa. Questo rappresentò un grande shock, primi esempi di grande marginalizzazione.
Da 20 anni a questa parte l’Italia riesce a non interiorizzare più i conflitti internazionali.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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