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I COBAS


Nella seconda metà degli anni '80, al centro del conflitto non c'era più l'industria ma il terzo settore (in particolare scuola e trasporti). La conflittualità in questi settori vedeva come protagoniste organizzazioni i sindacali autonome guidate, spesso, da sindacalisti di provenienza CGIL o CISL che miravano  a tutelare gli interessi di settori omogenei in competizione con le grandi Confederazioni.
Il manifestarsi di queste forme di conflitto fu uno dei sintomi più gravi della crisi del sindacato confederale: il presupposto solidaristico e universalistico che restava a fondamento del modello confederale, era contestato da parte di categorie che sfruttavano la forza di ricatto derivante dal fatto di operare in settori vitali dell'organizzazione.

Occorre ricordate che in tal uni casi anche nel settore dell'industria si verificarono fenomeni spontanei di contestazione degli indirizzi della segreteria confederale da parte della base (soprattutto dopo l'abolizione delle correnti di partito all'interno della CGIL). Tuttavia la nascita di una corrente interna alla CGIL, "Essere sindacato", guidata da Bertinotti, che si richiamava alla cultura rivendicativa e conflittuale tradizionale e che aveva come referente politico il PRC, contribuì ad esercitare un ruolo di riferimento e di tenuta organizzativa per quei consigli di fabbrica che si sentivano traditi dalla svolta di Trentin.

Nel settore dei servizi, invece, si verificarono dei veri e propri fenomeni scissionistici. Si ricordi, ad esempio, la nascita nel luglio '89 del COMU (Coordinamento macchinisti uniti), guidato da Gallori (sindacalista espulso dalla CGIL) che dopo ben 23 giorni di sciopero (e la paralisi del traffico ferroviario) riuscì a farsi accettare come interlocutore nel rinnovo del CCNL.

Ma il fenomeno di più vasta portata esplose nel mondo della scuola con la nascita dei COBAS (Comitati di base della scuola) che svilupparono una critica serrata alla politica confederale a partire dal 1987. Il movimento dei Comitati iniziò a manifestarsi nell'inverno-primavera 1987 come interprete di una insoddisfazione per il deterioramento di status economico e sociale del corpo insegnante. Lo strumento di pressione sindacale del settore utilizzato era il blocco degli scrutini.
Tuttavia il limite organizzativo e culturale dei COBAS (che ne produceva la debolezza) stava nell'incapacità di superare la fase movimentalista. Era un limite che riecheggiava un modello sessantottino superato e che non permetteva un passaggio lineare dalla fase di protesta a quella della trattativa. Per questi motivi e per questi limiti, oltre che per competizione di carattere personalistico, nel marzo 1988 da una costola dei COBAS nacque la Gilda. Questa nuova organizzazione si diede regole di rappresentanza e di mobilitazione, superando la fase della protesta e agendo in  positivo e puntando ad obiettivi precisi.
Enel maggio-giugno 1988 la situazione cambiò radicalmente e l'azione congiunta delle rappresentanze sindacali diverse (compreso lo SNALS) che si realizzò con il blocco degli scrutini, garantì aumenti salariali superiori al 30% dando un duro colpo ai conti dello Stato e rischiando di provocare la corsa rivendicativa delle altre categorie del pubblico impiego.

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