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Hume - La brevità della vita e il confronto con gli altri negli scettici

La brevità della vita e il confronto con gli altri negli scettici


Ricorrono due considerazioni nei libri di filosofia. Quando riflettiamo sulla brevità e sull’incertez-za della vita, ci sembrano spregevoli le nostre aspirazioni alla felicità, frivoli i nostri progetti. Tale riflessione è utilizzata da quei voluttuosi ragionatori, con il fine di condurci dai sentieri dell’azione e della virtù a quelli dell’indolenza e del piacere. Tucidice ci informa che, durante la peste di Atene, prevalse un’allegria dissoluta tra le persone, con lo scopo di godere al massimo la vita che restava.

La seconda considerazione filosofica deriva dal confronto tra la nostra condizione e quella degli altri. Siamo più portati a confrontare la nostra situazione con quella di chi è superiore a noi, che non con quella di chi ci è inferiore. Un filosofo corregge questo difetto, volgendo lo sguardo dall’altra parte. Ma in realtà, a un uomo di buon cuore, la vista delle miserie umane dovrebbe produrre dolore più che conforto, e aggiungere, alle sue lamentele per le proprie sfortune, una profonda compassione per quelle degli altri. Tale è il difetto di questi argomenti filosofici consolatori.

In conclusione, la vita umana è governata più dalla fortuna che dalla ragione: deve essere considerata più un noioso passatempo che una seria occupazione; ed è influenzata più dagli stati d’animo personali che dai principi generali. Con la nostra flemma, perderemo il piacere del gioco.
Mentre noi ragioniamo sulla vita, la vita è passata, e la morte tratta allo stesso modo il folle e il filosofo. Ridurre la vita a una regola e un metodo di solito è un compito gravoso, spesso inutile: e non è nemmeno una dimostrazione del fatto che sovrastimiamo il premio per cui gareggiamo.

Persino ragionare troppo su di essa, e fissarne con precisione un’idea esatta, vorrebbe dire sopravvalutarla se non fosse che, per alcuni temperamenti, questa è una delle occupazioni più divertenti in cui forse la vita può essere impegnata.

Tratto da RIFLESSIONI SUL SUICIDIO DI DAVID HUME di Domenico Valenza
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