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Funzioni e rappresentanza del parlamento di Westminster


Le funzioni: vediamo il funzionamento forse del più importante parlamento, quello inglese di Westminster. La camera dei comuni è una camera elettiva, è l’assemblea che sceglie il primo ministro, anche se in realtà grazie al sistema bipartitico , il capo del partito che ha conquistato la maggioranza dei seggi diventa automaticamente primo ministro. E’ da notare però che possono sostituirlo da mandato in corso, i parlamentari del suo partito. Inoltre il primo ministro può anche chiedere lo scioglimento della camera, e lo otterrà solo se la sua maggioranza concorderà con lui. Quindi in questo modello è il parlamento che elegge il governo si può dire.. nel senso che ne consente la nascita l’eventuale trasformazione e persino lo scioglimento. Qui sta il c.d. segreto efficiente del parlamentarismo Inglese, nella stretta fusione tra potere legislativo ed esecutivo. Li connette il gabinetto, una commissione del corpo legislativo scelta come organo esecutivo.   La seconda funzione della camera dei comuni è la funzione espressiva, perché esprime la volontà l’opinione degli inglesi, la terza funzione è pedagogica: ovvero di educare il pubblico i cittadini alla complessità politica e ai processi decisionali. La quarta funzione è quella informativa: i tratta di informare i cittadini di cosa fa il parlamento e perché fa in quel modo. In fine la funzione legislativa,
La rappresentanza: Di solito ci sono pochi parlamenti di parlamentari, e molti parlamenti di partiti, nel senso che spesso, non è libero il parlamentare di votare secondo la sua coscienza individuale, ma deve rispondere a rigide direttive di partito, è il partito che vota , in molti parlamenti.. a parte qualche franco tiratore.  Abbiamo diverse concezioni di rappresentanza, prima di tutto abbiamo 1) la teoria elettorale: che rappresenta la forma più diffusa di rappresentanza quella del voto di preferenza dei cittadini alle elezioni, e che ad ogni elezione viene messa a verifica la rappresentanza. 2)la teoria partecipazionista, in un certo qual modo possiamo dire che può andare a compensare la teoria elettorale, secondo questa teoria il popolo può partecipare variamente alle formazione delle decisioni, sia attraverso attività nei partiti e nei gruppi, sia attraverso altre forme come il referendum. In una certa misura governanti e rappresentanti vengono condizionati dalle posizioni dell’elettore anche in modo informale o non convenzionale. 3)La teoria della rappresentanza come specchio:  questa esige che i governanti siano un specchio sociologico riduttivo dei governati. Anche se ci si può avvicinare a questo obbiettivo soprattutto con sistemi elettorali proporzionali puri, nei fatti è impossibile raggiungere questo obbiettivo.  Primo perché il parlamento dovrebbe essere troppo ampio, e poi perché le variabili sociologiche di una società cambiano nel tempo. (esempio differenze di genere). Quindi nel complesso i parlamenti sono sociologicamente poco rappresentativi, tuttavia i partiti cercano di trovare candidati sociologicamente rappresentativi, e in più cercano di canalizzare gli interessi e le domande che non vengono rappresentate, e alla fine le elezioni li obbligheranno a rendere conto di quello che hanno fatto (se c’è un opinione pubblica informata), e quindi si ritorna alla teoria elettorale.


Tratto da SCIENZA POLITICA di Antonio Grisolia
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