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L'origine dei partiti

L'origine dei partiti


origine dei partiti:  Dobbiamo a Weber (1986, 282) una definizione analiticamente più precisa: «per partiti si debbono intendere le associazioni fondate su una adesione (formalmente) libera, costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza all’interno di una comunità, e ai propri militanti attivi possibilità (ideali e materiali) per il perseguimento di fini oggettivi o per il raggiungimento di vantaggi personali, o per entrambi gli scopi». Ritroviamo nella definizione di Weber i principali elementi caratterizzanti il partito politico come fenomeno sociologico moderno. 1)L’elemento organizzativo ― dato dalla struttura formale associativa, 2) teleologico ― i partiti sono orientati a realizzare obiettivi deliberati, 3) competitivo, 4) istituzionale ― i partiti politici in senso moderno sono possibili solo all’interno di uno stato di tipo liberal-democratico. Non va dimenticato, poi, che dalla definizione di Weber si ricava che l’azione dei partiti si colloca tra gli strumenti della distribuzione della “potenza, Ciò, di norma, avviene attraverso tre meccanismi di base (Blondel 1994): il controllo delle cariche pubbliche (office-seeking), la distribuzione delle risorse pubbliche (patronage) e la possibilità di indirizzare le decisioni e le politiche pubbliche (policy-seeking), i «comandi pubblicamente validi» di Weber.La definizione più contemporanea,Sartori:  un partito è qualsiasi gruppo politico identificato da un etichetta ufficiale, che si presenta alle elezioni ed è capace di collocare attraverso le elezioni (libere o no) candidati alle cariche pubbliche. Quindi per far si che un organizzazione sia partito bisogna che: sia dotata di strutture per consentire la partecipazione dei suoi iscritti; sia in grado di formulare un programma di politiche pubbliche; sia in condizione di durare per più di una tornata elettorale.(quindi non sono considerati partiti, i c.d. partiti flash. Si noti anche il realismo di Weber in questa definizione: anche nel caso di un partito  che rivesta sempre più una forma democratica, comunque la massa, e per lo più anche gli iscritti stessi non vengono presi in considerazione per la formulazione dei programmi, e i candidati vengono scelti commisurandoli alla loro capacità di attrarre voti.      

Tratto da SCIENZA POLITICA di Antonio Grisolia
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