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Le mamme egiziane immmigrate


Al contrario dei primi due esempi le donne egiziane hanno più che altro subìto la decisione del loro viaggio: l’arrivo in Italia è dettato dalla necessità di stare vicino al coniuge. La loro partenza coincide con il cambio di ruolo: spesso emigrano subito dopo essersi sposate. Lo sposalizio può derivare da un rapporto di consanguineità o vicinato che legava le due famiglie, sulla base di un contratto stabilito con un emigrato che torna saltuariamente nel paese di origine con la famiglia della sposa, oppure per frequentazione dei giovani. Avere un figlio subito è un imperativo categorico, a cui nessuna di loro si è sottratta. Spesso lasciare il proprio paese per raggiungere il marito in terra straniera significa anche perdere il lavoro. Mentre nel loro paese esse, avendo studiato avrebbero potuto avere cariche di impiegate nel pubblico impiego, la situazione è molto più complessa all’estero per diversi motivi: le occasioni di lavoro riguardano quasi esclusivamente impieghi ritenuti dequalificanti e umilianti (lavoro domestico, pulizie). Per questo uomini e donne concordano nel rifiutare questo tipo di lavoro; inoltre c’è il fatto che il marito ritiene inqualificabile che la moglie possa partecipare al sostentamento suo e della famiglia intera perché a tutto ciò deve badare lui. In Italia quindi quasi tutte fanno le casalinghe anche se in una condizione di forte isolamento e solitudine. L’esigua minoranza che ha un impiego non partecipa alle spese della famiglia: i soldi guadagnati dalla moglie sono per lei o un di più.

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