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Gli altri enti del sistema di governo locale


Quando si parla di governo locale si pensa solitamente a comuni, province e regioni ma in realtà esiste tutto un altro insieme di soggetti, molto spesso pubblici ma molto spesso di natura ibrida. Noi abbiamo fatto una semplificazione drastica, ovvero tutti questi soggetti che sono in maniera più o meno diretta collegati con il governo locale tradizionale possono distinguersi in due categorie. Ci sono una serie di enti che sono sotto l’orbita statale ma che sono gestiti anche con rappresentanze locali e quindi sono quegli enti definiti funzionali e si occupano solo di certe attività e non hanno finalità generali come potrebbero avere le amministrazioni locali classiche (l’esempio più classico sono le camere di commercio e che si occupano solo di alcune attività come la tenuta dei registri imprese), anche le università hanno caratteristiche simili. Ci possono essere degli enti che figliano direttamente dalle amministrazioni locali e che a volte non acquisiscono neanche personalità giuridica ma che comunque continuano a mantenere l’assenza di scopi di lucro (es, le istituzioni e le fondazioni) e che si sono sviluppate molto negli ultimi anni per due motivi in sostanza: uno perché possono essere gestiti in maniera più flessibile rispetto all’amministrazione locale tradizionale e in secondo luogo perché in questa maniera per tutta una serie di meccanismi di tipo contabile le ammin. Comunali tradizionali riescono a evitare una serie di vincoli alle attività di entrata e di spesa che invece avrebbero gestendo le attività affidate a istituzioni e fondazioni in maniera tradizionale. Ad esempio l’ente tradizionale ha dei vincoli nella crescita della spesa legati al patto di stabilità mentre l’istituzione se resa autonoma anche come entrate non concorre (o meglio, non concorreva fino a poco tempo fa) al rispetto di questi vincoli e quindi si potevano aggirare i vincoli del patto di stabilità. Ci sono poi aziende che forniscono servizi che non hanno però rilevanza economica cioè non sono collegate alle classiche finalità di lucro mentre quelle con rilevanza economica sono in sostanza i servizi pubblici come acqua, rifiuti, ecc dove c’è una chiara attività economica tant’è vero che molti di questi servizi sono gestiti da aziende private. Ci sono poi ulteriore presenze, più di natura indiretta perché corrispondono ad un ruolo all’interno non di soggetti che fanno capo direttamente all’ente locale ma che sono solo indirettamente collegabili ed il caso tipico sono le fondazioni bancarie in cui è sempre prevista una rappresentanza degli enti locali. C’è poi una seconda categoria che a sua volta è suddivisa in due sottogruppi cioè ci sono altri enti di governo locale che in parte sono istituzioni di secondo grado, cioè sono enti che sono gestiti da rappresentanze di secondo grado delle amministrazioni comunali (es. comunità montane e le unioni) oppure abbiamo delle forme di intervento aziendale per quello che concerne l’intervento delle amministrazioni comunali nella gestione di servizi di rilevanza economica, cioè che possono essere gestiti anche con finalità di profitto, e che la legge prevederebbe che devono essere gestiti tramite società per azioni anche a maggioranza  pubblica. Questo è il famoso tema dei servizi pubblici locali che dovrebbero essere gradualmente privatizzati (ad esempio Iride, Amiat che sono già state trasformate in SpA e forniscono servizi di rilevanza economica …). Abbiamo poi un altro tipo di azienda che sono quelle sanitarie che non devono fare profitti ma che dipendono direttamente dalle amministrazioni regionali ma hanno una loro autonomia funzionale ed organizzativa che le distinguono un po’. Perché ci interessano tutti questi altri enti del governo locale? Perché questi enti hanno dei bilanci, hanno delle entrate e delle spese e per dare un’idea dei valori possiamo vedere che ad esempio gli enti locali identificati secondo l’Istat nel sottocomparto delle amministrazioni locali sono gli enti Camera di Commercio, gli enti per il diritto allo studio, le comunità montane e le università. Noi possiamo vedere i dati di spesa di tutti questi soggetti e vediamo che in totale abbiamo circa 16 miliardi di euro e quelle che spendono di più sono le università e sono prevalentemente spese di tipo corrente però questi enti si differenziano dagli enti classici perché si basano o su entrate basate sul principio della controprestazione (es. tariffe per determinati servizi) oppure su entrate basate su trasferimenti dallo Stato o da altri governi regionali e locali quindi sono soggetti che non godono di autonomia tributaria perchè sono soggetti funzionali e sono enti di secondo grado e quindi si fanno finanziare dagli enti di primo grado (es. le comunità montane si basano sui contributi degli enti di cui fanno parte e sui trasferimenti dei livelli di governo superiore).
Gli enti della seconda categoria (di tipo aziendale) si finanziano soprattutto con tariffe nel caso delle utilities mentre nel caso delle aziende sanitarie siamo di fronte alla presenza di un finanziamento parziale, molto limitato come le entrate per corrispettivo e in grossa parte con finanziamenti che derivano prevalentemente dal bilancio regionale e a sua volta dal bilancio statale(anche se formalmente non esiste più il fondo sanitario è come se ci fosse)

Tratto da SCIENZE DELLE FINANZE di Andrea Balla
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