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Definizione di ipertesto



La difficoltà di valutare la hypertext teory dipende da 2 fattori: l’abuso di slogan ricollegabili a correnti del determinismo tecnologico e la tendenza a identificare la teoria dell'ipertesto con le varie correnti della filosofia postmoderna. Ma cos’è l’ipertesto? È un documento elettronico che supera le convenzioni di linearità del testo a stampa, grazie a una serie di collegamenti=nodi tra varie unità di informazione. L’ipertesto diventa ipermedia quando tali unità d’informazione si integrano con altre di tipo sonoro, iconografico, audiovisivo ecc. Interattività = il grado di partecipazione ed emancipazione che l’utente è in grado di raggiungere dal e attraverso il programma. Si dice che la parola ipertesto fu coniata nel 1967 da Ted Nelson. Tim berners lee vi si ispirò: il protocollo di comunicazione http e il linguaggio html recano entrambi la H di hypertext.
Il concetto di ipertesto ha avuto poi un forte impatto. Genette nel 1982 introduce il termine “ipertestualità”, forse ignorando Nelson, definendo ipertesto qualsiasi testo derivato da un testo anteriore tramite una trasformazione semplice o indiretta. Ma quali sono i principi ispiratori dell’idea di ipertesto? Almeno sei: 1) l’idea di interattività = libertà di agire nel/con l’opera. 2) l’idea di multisequenzialità o non linearità (memex=dispositivo automatizzato in cui una persona conserva tutti i suoi libri documenti ecc…Bush 1945) 3) l’idea di associazione/collage/incastro = libertà di composizione; 4) l’idea di itinerario, viaggio, navigazione; 5) l’idea di processo=fenomeno dinamico in cui non si identificano discontinuità tra gli elementi componenti; 6) l’idea di apertura=libertà di interpretare l’opera come ci pare.
Queste 6 caratteristiche sembrano riprendere motivi antichi: l’opera collage dada e non, l’arte interattiva, il romanzo combinatorio (queneau, butor..). i sei punti però qui sono strettamente interconnessi. L’interattività si può intendere come potenzialità, collaborazione o partecipazione degli utenti, ma anche come capacità di reperire informazioni in un sistema. In conclusione dunque, in quale misura si può parlare di novità?Pagetti ci parla del romance, della letteratura di fiction: nesso con l'ipertesto... Se sul piano della tecnologia queste cose sono forme artistiche nuove, su quello dei meccanismi di fruizione-funzione dell'opera non c’è gran novità.

Tratto da SCRITTURA NELL'ERA DIGITALE di Dario Gemini
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